Corriere del Trentino

Giorgio e la mia gioventù

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Caro Giorgio, te ne sei andato troppo presto. Penso alla tua amata famiglia (Giovanna e Fabrizio), agli adorati nipoti, a tua mamma, che ti hanno sempre visto come un uomo grande e forte. A loro va il mio più sentito cordoglio. Quanti ricordi mi frullano in testa. Io bambino nella nostra Lizzanella degli anni Sessanta, tu qualche hanno più grande, ma da subito disponibil­e e amico di tutti. Amavi e giocavi a calcio come pochi in quegli anni. Una passione contagiosa e in pochi mesi da una truppa assai vivace di bambini seppi costruire una vera squadra su quel campetto in terra battuta dell’oratorio. Ci spronavi negli allenament­i, portandoci anche fino al piazzale dell’Ossario di castel Dante per rafforzare il nostro fisico ancora in parte gracilino. Scegliesti, come maglia, i colori mitici del Venezia (verde e nero). Quella squadra partecipò al campionato giovanile della categoria «bambi», facendosi sempre ben rispettare sui campetti dei vari oratori di Rovereto. Furono anni speciali, indimentic­abili. Ma speciale era l’entusiasmo che ci trasmettev­i, mi sembra ancora di sentire la tua voce. Come speciale era il modo in cui ci insegnavi il rispetto verso compagni e avversari. Avevi un carattere forte, ma spesso sapevi prenderci per la gola con un ghiacciolo al panificio dell’Ernesta in piazza Sant’Antonio. Qualche anno fa ti ho rivisto durante una mia visita alla Cartiera Ati in zona industrial­e. Questa storica fabbrica ci ha sempre unito, i nostri padri infatti vi hanno lavorato per gran parte della loro vita. Anche tu hai lavorato a lungo alla Cartiera e quel giorno che ci vedemmo nel reparto stampa capii la tristezza nel vedere finire un’industria modello. Caro Giorgio, ti saluto con malinconia.

Paolo Farinati, ROVERETO

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