Di Benedetto, quarto mandato Deciderà l’assemblea
La modifica gli consentirebbe di ricandidarsi nel 2018. La Lega attacca Rossi e l’avvocato Girardi, che replica
Spunta la possibilità di un quarto mandato per il presidente Di Benedetto. All’ordine del giorno dell’assemblea dei delegati, in programma per il 27 aprile, c’è la modifica dello statuto. Il presidente nel 2018 finisce il mandato e dovrebbe lasciare, ma all’ordine del giorno dell’assemblea ci sarebbe una modifica dello statuto. Intanto spunta un preliminare di vendita del super attico di Grassi «arredato con i soldi di Itas».
TRENTO Il terremoto giudiziario che ha travolto l’ex direttore generale di Itas, Ermanno Grassi, ha scatenato una bufera nella compagnia assicurativa. Le ombre sulla mala gestio delle spese di Grassi e dei regali mascherati da spese di rappresentanza, rischiano di riscrivere i piani dell’assicurazione.
L’appuntamento dell’assemblea dei delegati di Itas Mutua è infatti una tappa importante per i circa 700 soci della compagnia. All’ordine del giorno spunta anche una modifica dello Statuto, motivata dalla necessità di «dare stabilità alla compagnia», che potrebbe consentire al presidente Giovanni Di Benedetto e a un consigliere di avere un quarto mandato. Di Benedetto, infatti, è in scadenza. Nel 2018 dopo tre mandati, per statuto, dovrà lasciare la presidenza di Itas Mutua, ma i soci stavano valutando una modifica dello statuto. L’inchiesta, però, potrebbe pesare non poco sulla decisione dei soci. Ora sarà interessante capire cosa accadrà il 27 aprile.
Intanto la Lega Nord attacca il presidente Ugo Rossi e l’avvocato Andrea Girardi, attuale presidente di A22. In un’interrogazione scritta dal segretario Maurizio Fugatti ricorda i ruoli ricoperti da Girardi nel corso degli anni all’interno di Itas, a partire dall’incarico di «presidente organismo di vigilanza di Itas Mutua dal 2013 al 2014, dal 2012 al 2014 presidente del comitato di controllo del gruppo Itas e dal 2012 al 2014 membro del consiglio di amministrazione di Itas Vita spa». «Lo stesso Andrea Girardi — incalza Fugatti — oggi presidente del cda di A22, anche tale nomina ebbe un chiaro mandato politico.. risulterebbe essere consulente per il Gruppo Itas in diversi contenziosi». Un ruolo che, secondo la Lega Nord, cozzerebbe con l’incarico in A22. Fugatti chiede infatti al presidente del consiglio provinciali Bruno Dorigatti se «ritiene che i numerosi e illustri incarichi ricoperti dal dottor Girardi, anche nella fase attuale, siamo compatibili con i tempi e l’impegno che lo stesso dedica all’interno di Autostrada del Brennero».
Il numero uno di A22 non si scompone e afferma: «Sono orgogliosamente legale fiduciario di Itas dal 1997, è vero ho ricoperto diversi incarichi che poi ho lasciato nel 2014 quando sono entrato a far parte del comitato di controllo della Cassa rurale di Folgaria».
E per quanto riguarda lo studio legale e l’impegno in A22? «Ho uno studio legale con 28 avvocati — chiarisce Girardi — non sono certo io ad occuparmi del contenzioso di Itas».
La preoccupazione dell’avvocato dopo l’inchiesta su Grassi è un’altra, «da socio assicurato — dice — sono preoccupato per la società e speso che possa tornare al più presto quello che è, una compagnia solida come e più di prima».