Agriturismi, crescita costante Vince la qualità
Numeri in crescita da dieci anni. Il presidente Cosi: «Non dobbiamo fare quantità»
Gli agriturismi trentini si preparano ad accogliere i turisti estivi in grande spolvero. I numeri sono in crescita lenta ma costante da dieci anni. Cosi: «Dobbiamo tenere alta l’asticella della qualità».
TRENTO Gli agriturismi trentini sono in salute. A dirlo sono i dati, quelli forniti dal presidente dell’associazione Agritur del Trentino Manuel Cosi e quelli dell’istituto nazionale di statistica (Istat) che fotografa la situazione nazionale.
«Non registriamo una crescita particolarmente forte, ma è costante ormai da dieci anni, e se pensiamo che tutto ciò sta avvenendo in un periodo storico in cui tante altre categorie stanno incontrando delle fatiche allora possiamo essere felici» sottolinea Cosi. La tendenza alla crescita è, secondo i dati riportati nel rapporto pubblicato ieri dall’Istat, ormai «strutturale» in tutta Italia: nel decennio tra il 2005 e il 2015 le aziende agrituristiche sono aumentate del 45,1%.
Nello stesso rapporto si registra un calo del numero di aziende agrituristiche a livello regionale di venti unità tra il 2014 e il 2015, da 3.570 si è passati a 3.550. Spulciando però i dati a livello provinciale emerge come la riduzione sia completamente legata ai numeri altoatesini, dato che in provincia di Bolzano si è passati da 3.145 a 3.125 aziende, mentre in Trentino nello stesso periodo sorgevano stabilmente 425 strutture. Tuttavia i dati aggiornati a disposizione di Cosi evidenziano un ulteriore incremento. «A fine 2016 gli agriturismi trentini sono 458 — spiega il presidente — Nel 2015 erano 445, nel 2014 erano 414, a fine 2011 erano 367, nel 2008 erano 309 e due anni prima 255». Numeri a cui si aggiungono quelli relativi agli altri tipi di struttura: «I locali tipici sono 183 per circa 7.000 posti tavola, i posti letto sono circa 4.500 suddivisi in 345 attività, dodici strutture si dedicano all’agri-campeggio, 121 sono quelle che fanno la fattoria didattica, 168 quelle che offrono degustazione dei prodotti aziendali».
Una proposta apprezzata sempre di più dagli ospiti del Trentino come, ancora una volta, certificano i dati: «Nel corso del 2016 gli Agritur con pernottamento hanno segnato 101.721 arrivi con 330.912 presenze, con permanenza media di 3,25 giornate — spiega Cosi — Nel 2014 gli arrivi furono 86.000, nel 2015 sono stati invece 93.000».
Secondo i dati Istat, inoltre, in Trentino sono aumentate anche le strutture autorizzate al pernottamento. Tra il 2014 e il 2015 sono cresciute di cinque unità, da 322 a 327, mentre a Bolzano, nello stesso arco temporale, sono invece diminuite di 16, passando da 2.724 a 2.708. In aumento sono anche gli agriturismi gestiti da donne, nonostante rapportando il dato regionale con il resto d’Italia il Trentino-Alto Adige risulti in coda alla classifica. Solo il 13,9 delle strutture sono infatti dirette da un’imprenditrice mentre la media nazionale si attesta al 36,1%. Nel dettaglio, in provincia di Bolzano ogni 100 strutture solo 13 sono gestite da donne, mentre in provincia di Trento la percentuale sale al 20,5%.
Un sistema che si prepara dunque ad affrontare la bella stagione in piena salute. Come spiega Cosi, «la stagione estiva pesa per circa il 50% degli arrivi, mentre il 30% è rappresentata dall’invernale e il rimanente 20% negli altri periodi dell’anno». Comprese le festività pasquali. «Dobbiamo essere orgogliosi dei numeri, ma io credo che il nostro comparto possa valorizzare ancora di più il turismo trentino — sottolinea il presidente di Agritur Trentino — Dobbiamo tenere alta l’asticella della qualità, non dobbiamo fare quantità ponendo l’accento sui temi dell’educazione alimentare e della sostenibilità ambientale, immaginare le aziende come multidisciplinari».