Commercio nelle «zone miste» La proposta piace ai sindacati «Favorirebbe lavoro e socialità»
I sindacati confederali plaudono alla proposta dell’Unione commercio di prevedere nelle zone residenziali la possibilità, per le aziende produttive, di esercitare contemporaneamente anche altre attività, come commercio al dettaglio, somministrazione di pasti e bevande, servizi e artigianato a basse emissioni. La richiesta alla Provincia, e in particolare all’assessorato di Richard Theiner che in questi mesi sta lavorando alla nuova legge urbanistica provinciale, era stata avanzata l’altroieri dal presidente dell’Unione, Walter Amort. «L’idea per le zone residenziali è quella di prevedere una nuova destinazione d’uso mista che consenta alle aziende di mettere in piedi anche attività diverse, senza dover chiedere un cambio di destinazione d’uso» aveva spiegato Amort. «In Austria e Germania queste realtà sono già presenti in molte declinazioni diverse, dal panificio con angolo bar alla biblioteca con uno spazio di ristorazione, fino al ristorante che vende prodotti locali».
Una proposta che Mirco Benetello, direttore provinciale della Confesercenti, preferisce non commentare prima di un’analisi più approfondita. I sindacalisti del settore commercio accolgono invece subito con favore questa proposta, come spiega Dieter Mayr della Fisascat Cisl: «L’idea di sburocratizzare in questo modo il settore, consentendo l’apertura di negozi in zone residenziali, comporterebbe anzitutto dei vantaggi di tipo sociale, perché si eviterebbe il formarsi di quartieri - dormitori. La presenza di attività commerciali, infatti, favorirebbe l’incremento della vita sociale. Ovviamente bisognerebbe comunque prevedere delle regole specifiche per questi casi». Anche Antonella Costanzo (Filcams Cgil) valuta favorevolmente la proposta: «Favorire le imprese commerciali significa creare posti di lavoro. La proposta dell’Unione, in tal senso, ci sembra positiva». Costanzo torna poi a criticare le grandi catene ed i centri commerciali per le aperture festive: «Anche a Pasqua e Pasquetta — spiega — ci saranno alcuni negozi aperti. Sarebbe invece necessario regolamentare meglio le aperture nei festivi».