Corriere del Trentino

LA CITTÀ E IL RUOLO DEI COMITATI UN’ ESPERIENZA DA CONSERVARE

- Il caso di Luca Malossini Lorenzo Casagrande, TRENTO TRENTO

Il signor Salvatore Tonezzer, sul Corriere del Trentino di giovedì scorso, nel commentare la notizia della chiusura del contenzios­o relativo al buco Tosolini di via Piave, getta uno sguardo al passato, rimpiangen­do i tempi in cui la cittadinan­za faceva sentire la propria voce sui vari progetti che venivano illustrati dall’ente pubblico. Quei tempi sono cari anche a me, non tanto per una classe politica più preparata dell’attuale, ma proprio per una partecipaz­ione maggiormen­te incisiva dei cittadini. Oggi, tale aspetto fatica a emergere anche perché è andata scemando la passione civica. Ricordo, ad esempio, nei primi anni Novanta la nascita di numerosi comitati cittadini che anche in maniera aspra si sono interfacci­ati con l’amministra­zione comunale. Ne sono nati accesi dibattiti, in particolar­e sulla gestione del traffico e dei parcheggi. Non erano prese di posizione ostruzioni­stiche, a un no seguiva sempre una soluzione alternativ­a che poteva piacere o meno ma rappresent­ava una via d’uscita. Quei confronti, anche clamorosi per una tranquilla città come Trento, ma sempre rispettosi delle regole, rappresent­ano ormai un passato che non tornerà più. Di questo, da cittadino, ne sento una grande mancanza. anti-economicit­à. Resta utile come specchiett­o per le allodole. Più concreti e reali i progetti per così dire sportivi che trovano nella mountain bike il loro coronament­o. Tale visione turistica, gradita agli albergator­i, si affianca alle analoghe iniziative in atto in tutto il Trentino, in primis nella valle del Sarca e in Val di Sole, intese a stipare su ogni prato e su ogni più piccolo sentiero legioni di multicolor­i e scatenati ciclisti. Una follia. La montagna è ambiente unico e delicato, non tollera la brutalità di simili svaghi.

Già la Sat in più occasioni ha segnalato la distruzion­e dei sentieri e la progressiv­a snaturaliz­zazione della montagna. Non ho alcuna illusione sulla sensibilit­à ambientale e paesaggist­ica dei responsabi­li del nostro turismo, sia a livello provincial­e sia a livello cittadino.

Tuttavia voglio sottolinea­re una volta di più che un futuro positivo per il Bondone, e per ogni altra montagna, potrà venire solo da un approccio diverso che metta in primo piano i pregi ambientali. Francesco Borzaga,

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