LA CITTÀ E IL RUOLO DEI COMITATI UN’ ESPERIENZA DA CONSERVARE
Il signor Salvatore Tonezzer, sul Corriere del Trentino di giovedì scorso, nel commentare la notizia della chiusura del contenzioso relativo al buco Tosolini di via Piave, getta uno sguardo al passato, rimpiangendo i tempi in cui la cittadinanza faceva sentire la propria voce sui vari progetti che venivano illustrati dall’ente pubblico. Quei tempi sono cari anche a me, non tanto per una classe politica più preparata dell’attuale, ma proprio per una partecipazione maggiormente incisiva dei cittadini. Oggi, tale aspetto fatica a emergere anche perché è andata scemando la passione civica. Ricordo, ad esempio, nei primi anni Novanta la nascita di numerosi comitati cittadini che anche in maniera aspra si sono interfacciati con l’amministrazione comunale. Ne sono nati accesi dibattiti, in particolare sulla gestione del traffico e dei parcheggi. Non erano prese di posizione ostruzionistiche, a un no seguiva sempre una soluzione alternativa che poteva piacere o meno ma rappresentava una via d’uscita. Quei confronti, anche clamorosi per una tranquilla città come Trento, ma sempre rispettosi delle regole, rappresentano ormai un passato che non tornerà più. Di questo, da cittadino, ne sento una grande mancanza. anti-economicità. Resta utile come specchietto per le allodole. Più concreti e reali i progetti per così dire sportivi che trovano nella mountain bike il loro coronamento. Tale visione turistica, gradita agli albergatori, si affianca alle analoghe iniziative in atto in tutto il Trentino, in primis nella valle del Sarca e in Val di Sole, intese a stipare su ogni prato e su ogni più piccolo sentiero legioni di multicolori e scatenati ciclisti. Una follia. La montagna è ambiente unico e delicato, non tollera la brutalità di simili svaghi.
Già la Sat in più occasioni ha segnalato la distruzione dei sentieri e la progressiva snaturalizzazione della montagna. Non ho alcuna illusione sulla sensibilità ambientale e paesaggistica dei responsabili del nostro turismo, sia a livello provinciale sia a livello cittadino.
Tuttavia voglio sottolineare una volta di più che un futuro positivo per il Bondone, e per ogni altra montagna, potrà venire solo da un approccio diverso che metta in primo piano i pregi ambientali. Francesco Borzaga,