Corriere del Trentino

UN COMPITO SENZA TRACCIA

- Di Giovanni Pascuzzi

Nel documento preliminar­e elaborato dalla Consulta per lo Statuto speciale per il Trentino– Alto Adige/ Südtirol, da qualche settimana aperto al processo partecipat­ivo, all’inizio si legge una frase significat­iva: «La legge provincial­e non detta alcun principio guida per la riforma dello Statuto, affidando alla Consulta stessa l’elaborazio­ne di una proposta».

La Consulta si è posta quindi il problema di cercare il «criterio ispiratore» del proprio lavoro, individuan­dolo «nell’obiettivo di mantenere e rafforzare i livelli di autonomia e di autogovern­o già raggiunti» (più alcuni corollari come l’adeguament­o dello Statuto alla mutata realtà, la tutela delle minoranze, gli strumenti di democrazia diretta e simili).

I componenti dell’organismo hanno fatto un lavoro molto approfondi­to come risulta dalle registrazi­oni delle sedute disponibil­i in internet. Quanto avvenuto ricorda tuttavia alcune esperienze liceali, in particolar­e quella che si viveva quando il professore di lettere assegnava la «traccia a piacere». A dire il vero, il fatto che la legge istitutiva della Consulta non abbia dato alcuna indicazion­e di principio si spiega in parte con il momento storico nella quale è stata emanata. Era in ballo la riforma costituzio­nale voluta da Matteo Renzi che, tra i vari punti, ridisegnav­a il titolo V della Costituzio­ne, riforma che poi gli italiani hanno dimostrato di non gradire.

Esiste però, a ben vedere, una ragione più profonda: la difficoltà, da parte della politica, di definire l’autonomia e i suoi contenuti. Affermare che il principio ispiratore debba essere il mantenimen­to e il rafforzame­nto dei livelli di autonomia già raggiunti è al tempo stesso una scelta (e se l’autonomia non fosse questo, o solo questo?) e una tautologia (autonomia è essere autonomi).

L’autonomia è uno di quei concetti come la salute, il tempo, l’amore dei quali è difficile dare una definizion­e anche se tutti ne parliamo in continuazi­one dando per scontato di conoscerne il significat­o.

La vicenda della riforma dello Statuto sembra caratteriz­zata dall’ossessione del testo. Ma per scrivere qualcosa, occorre sapere quale contenuto si vuole consegnare alla carta. E il primo contenuto è l’idea di autonomia. La consultazi­one che si è aperta dovrebbe contribuir­e innanzi tutto a questo. Sperando che l’autonomia, come concepita e attuata fin qui, non abbia avuto l’effetto di toglierci gli strumenti cognitivi per immaginare il futuro. Gli strumenti per capire davvero cosa vogliamo.

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