UN COMPITO SENZA TRACCIA
Nel documento preliminare elaborato dalla Consulta per lo Statuto speciale per il Trentino– Alto Adige/ Südtirol, da qualche settimana aperto al processo partecipativo, all’inizio si legge una frase significativa: «La legge provinciale non detta alcun principio guida per la riforma dello Statuto, affidando alla Consulta stessa l’elaborazione di una proposta».
La Consulta si è posta quindi il problema di cercare il «criterio ispiratore» del proprio lavoro, individuandolo «nell’obiettivo di mantenere e rafforzare i livelli di autonomia e di autogoverno già raggiunti» (più alcuni corollari come l’adeguamento dello Statuto alla mutata realtà, la tutela delle minoranze, gli strumenti di democrazia diretta e simili).
I componenti dell’organismo hanno fatto un lavoro molto approfondito come risulta dalle registrazioni delle sedute disponibili in internet. Quanto avvenuto ricorda tuttavia alcune esperienze liceali, in particolare quella che si viveva quando il professore di lettere assegnava la «traccia a piacere». A dire il vero, il fatto che la legge istitutiva della Consulta non abbia dato alcuna indicazione di principio si spiega in parte con il momento storico nella quale è stata emanata. Era in ballo la riforma costituzionale voluta da Matteo Renzi che, tra i vari punti, ridisegnava il titolo V della Costituzione, riforma che poi gli italiani hanno dimostrato di non gradire.
Esiste però, a ben vedere, una ragione più profonda: la difficoltà, da parte della politica, di definire l’autonomia e i suoi contenuti. Affermare che il principio ispiratore debba essere il mantenimento e il rafforzamento dei livelli di autonomia già raggiunti è al tempo stesso una scelta (e se l’autonomia non fosse questo, o solo questo?) e una tautologia (autonomia è essere autonomi).
L’autonomia è uno di quei concetti come la salute, il tempo, l’amore dei quali è difficile dare una definizione anche se tutti ne parliamo in continuazione dando per scontato di conoscerne il significato.
La vicenda della riforma dello Statuto sembra caratterizzata dall’ossessione del testo. Ma per scrivere qualcosa, occorre sapere quale contenuto si vuole consegnare alla carta. E il primo contenuto è l’idea di autonomia. La consultazione che si è aperta dovrebbe contribuire innanzi tutto a questo. Sperando che l’autonomia, come concepita e attuata fin qui, non abbia avuto l’effetto di toglierci gli strumenti cognitivi per immaginare il futuro. Gli strumenti per capire davvero cosa vogliamo.