Come creare Pil dalla movida «Far crescere l’ecosistema locale»
Modena ha ideato anche l’app OpenMove: «Più offerte ai giovani»
TRENTO Il Pil creato indirettamente dalla movida, dall’attrattività di un territorio per la qualità della vita privata e non solo di quella lavorativa o materiale. Secondo Lorenzo Modena, ideatore dell’app OpenMove, diventata un successo internazionale, il Trentino ha un’unica strada per colmare il gap con Milano e la Silicon valley: far divertire i giovani, farli rimanere sul territorio e aumentare il tasso di creatività, innovazione, spinta imprenditoriale. Altrimenti, tutti gli investimenti in formazione per università e ricerca resteranno in perdita.
«Da cinque anni sono tornato in Trentino, dopo essere uscito da Yoodeal» racconta Modena, 30 anni, originario di Mori, che si riferisce all’aggregatore di daily coupon diventato partner dei quotidiani nazionali italiani. L’imprenditore, laureato in matematica all’ateneo trentino, è uscito alcuni anni fa dalla realtà basata tra Brescia e Milano per tornare in provincia. Qui ha fondato Lisport, che produce sistemi di cronometraggio per clienti quali Federciclismo e la Federazione portoghese di atletica. L’ultima e più importante esperienza è con OpenMove, che sviluppa soluzioni per la mobilità intelligente — come ad esempio ticketing per il trasporto su smartphone — e ha clienti in Europa e Medio Oriente: Regno Unito, Grecia, Austria, Italia, Emirati arabi uniti e Qatar. In corso la collaborazione con Ericsson, multinazionale delle telecomunicazioni. «Io viaggio spesso per lavoro — riprende — e posso dire che nel mondo di oggi essere qui oppure a Londra o nella Silicon valley con la sede aziendale non cambia nulla. Certo, bisogna sempre cogliere le opportunità di business all’estero».
Il Trentino, a suo avviso, non ha svantaggi strutturali. C’è però una pecca nel sistema di incentivazione locale: «La Silicon valley è nata per caso, quando altre aziende seguirono il fondatore della Intel che si era trasferito nei sobborghi di San Francisco per assistere la madre ammalata. Quello che intendo è che in provincia non si curano le condizioni di contorno. Ciò che spinge le persone a spostarsi sono le opportunità lavorative e la vita privata. I giovani vengono a studiare a Trento e poi vanno via perché il territorio non offre nulla per la vita dei ragazzi. Ma così l’ecosistema locale non cresce. La Provincia potrebbe pagare mojiti e spritz gratis per tutti, organizzare feste, invogliare i giovani a restare. Invece, la politica opposta, della tranquillità e del silenzio, deprime il tessuto sociale che è il pilastro dell’innovazione assieme a quello economico. Banalmente — conclude il manager —, rimorchiare a Milano è facile, a Trento è un problema. Questo ha una conseguenza nell’economia».