Mosna ricorda Benedetti «È stata una colonna e mi manca tanto La sua assicurazione era esempio di moralità»
«Caro Edo, ieri ricorreva l’anniversario (il quinto, ndr) della tua scomparsa e ti avrei dedicato volentieri quella Coppa (Cev, ndr) che ieri (sabato, ndr) abbiamo lasciato ai francesi. Stamane avremmo parlato al telefono della partita e ci saremmo scambiati momenti di riflessione su una serata “storta”. Sì, perché ieri la nostra “Itas” non è andata, ha giocato male e ha lasciato che gli avversari sembrassero dei fenomeni». Questa l’amarezza affidata domenica, dopo la sconfitta di Tours, a un post su Facebook dal presidente della Trentino Volley Diego Mosna. Che però non si mostra rattristato solo per le sorti sportive della squadra: «Mi spiace, Edo — scrive rivolgendosi allo storico presidente di Itas Edo Benedetti — non ce l’abbiamo fatta e la tristezza è tanta, come tanta è la tristezza per quello che è capitato alla tua Itas Assicurazioni, i giornali son pieni in questi giorni di notizie che non rendono merito al tuo lavoro e al lavoro di tantissime altre persone che hanno portato la Mutua a competere a livello europeo. Ma così è il mondo». Ora spiega quel sentimento al Corriere del Trentino.
Presidente Mosna, che significato ha la riflessione che ha affidato a Facebook?
«Non voglio fare riferimenti a persone o all’attività della magistratura, tra l’altro ancora in corso. Dico solo che è trapelato un qualcosa nella gestione che mi ha colpito perché Itas per i trentini è un’istituzione. E di fronte a un’istituzione è normale che ci si rimanga male. Per me è una sorpresa. Ed essendo amico di chi è stato una colonna portante di Itas, lui mi manca. Dopo Edo le cose sono cambiate. Anche in meglio, intendiamoci, pensiamo al grande sviluppo del gruppo. Non mi permetto di giudicare nessuno ed è ancor tutto da dimostrare, ma questi fatti apparsi con violenza così improvvisa fanno riflettere, fanno male. Ho voluto fare una riflessione congiunta con la Coppa e l’anniversario della scomparsa di Edo Benedetti».
Tristezza con tristezza.
«Avevo la speranza di poter dedicare la coppa a Edo nel giorno della sua morte. La delusione e a l’amarezza si è aggiunta a quella per quello che per anni è stato il main sponsor della squadra».
Fino al 2012, inizio di una nuova era per Itas.
«È comunque rimasto uno sponsor».
Ha notato dei cambiamenti nel gruppo?
«La Mutua Itas era famosa per il suo rigore gestionale, per la sua morale, la precisione, la trasparenza, l’onesta e la correttezza nei rapporti. Lo è ancora, ma quanto si legge fa riflettere. Per il Trentino Itas è un’istituzione, come la Provincia. D’altra parte ha più di 190 anni, è un elemento fondante del nostro Trentino e dell’autonomia. Posto che bisogna aspettare e che non si può giudicare perché è ancor tutto da dimostrare, l’amarezza è tanta».