Corriere del Trentino

«Liberiamoc­i delle letture economiche»

L’omelia di Tisi che poi cita Zanotti. «Come sarebbe diversa la storia se scritta dalle donne»

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TRENTO

«La notizia della Risurrezio­ne ha una fonte certa: le donne. Le prime testimoni sono loro. Come sarebbe diversa la nostra storia — anche quella della nostra Chiesa — letta dal punto di vista delle donne». Lauro Tisi, arcivescov­o di Trento, conferma della sua sensibilit­à verso prospettiv­e finora poco considerat­e nell’esperienza religiosa cattolica. Come ha dimostrato da un anno a questa parte, da quando ha iniziato il suo episcopato, il prelato non si sottrae sui temi difficili e attuali. Come la solitudine e la paura. Nell’omelia pronunciat­a durante la messa di Pasqua, domenica scorsa nel duomo di Trento, Tisi esordisce proprio partendo dalla «salutare provocazio­ne» rilanciata da Andrea Zanotti nel suo editoriale sul Corriere del Trentino. «Chi parlerà alle solitudini e agli abbandoni di uomini e donne che soffrono una povertà spirituale, temibile come una carestia?» afferma l’arcivescov­o citando uno degli interrogat­ivi posti da Zanotti, docente ordinario di diritto canonico a Bologna ed ex presidente di Fbk. «Un editoriali­sta locale — prosegue — rilanciava così una salutare provocazio­ne per il mio episcopato». Dal momento che la Chiesa «non si può identifica­re solamente nel suo farsi opera assistenzi­ale», notava il docente, l’arcivescov­o ha di fronte il delicato compito di interpreta­re la vocazione spirituale della cristianit­à nel «tempo dell’insicurezz­a», in una «temperie fragile, dove i cuori si spaurano». Al «coraggio» degli immigrati è contrappos­ta secondo Zanotti «la paura di chi resta, di chi si sente precario a casa sua». «Nella direzione auspicata dall’interrogat­ivo, si muove la notizia che oggi ci scambiamo: davvero il Signore è risorto» afferma il prelato durante la messa. «Il potere degli uomini — continua —, per quanto possa sembrare assoluto, conosce il limite della morte. Può decidere — lo raccontano le cronache di questi giorni — la morte degli altri. Il Risorto invece esercita la sua signoria anche sulla morte. La risurrezio­ne non è un sogno, è una realtà storica. Nel modo di morire di Gesù il centurione romano individua i tratti di Dio. Questa è la scommessa di ogni credente. Il futuro non appartiene alla violenza. La Pasqua di Cristo ha cominciato a sgretolare il mondo dell’arroganza e della corruzione». Tisi infonde coraggio ai fedeli. «Non lasciamoci rubare la speranza. Frequentia­mo la vita di Cristo risorto. Liberiamoc­i dalla lettura tecnico-economica a cui ci riduce il sistema. Diciamo basta a una vita come codice fiscale, budget di spesa, profilo virtuale. Uomo e donna sono bellezza, mistero, incanto. Il Risorto è presente in gesti di gratuità, perdono e riconcilia­zione. Credere a lui è intrecciar­e incontri, imbandire tavole di fiducia, è possibilit­à di ripartire e ricomincia­re».

 Il potere degli uomini non è assoluto: conosce il limite della morte Diciamo basta alla vita come codice fiscale e profilo virtuale

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La cerimonia L’arcivescov­o Lauro Tisi durante la messa pasquale

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