«Estrattivo, nel 2018 non ci sarà la svolta»
La presidente del consorzio: nuove opere pubbliche ci aiuterebbero Dibattito sulla riforma del settore organizzato dalla cooperativa
«Mancano i lavori». Le difficoltà del settore estrattivo trentino stanno tutte qui. Flavia Angeli, presidente del consorzio che raggruppa gli operatori del comparto, riassume tutte le difficoltà in tre parole. «Quel 2018 che era stato prospettato come possibile anno della ripresa ancora non risulta tale» sottolinea la rappresentante dell’associazione dei cavatori guardando in prospettiva e definendo un futuro prossimo ancora carico di difficoltà.
Oggi alle 18 presso la sede del consorzio dei Comuni di via Torre Verde, la cooperativa dell’estrattivo ha organizzato un incontro pubblico intitolato “Modificazioni della legge provinciale 24ottobre 2006 n. 7 – Disciplina dell’attività di cava” per discutere della nuova norma entrata in vigore l’1 marzo. All’incontro parteciperanno rappresentanti delle associazioni di Confindustria, degli Artigiani, della Federazione nonché il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi. Ad accompagnare il processo di riforma è stato proprio l’assessore allo sviluppo economico e lavoro, coinvolgendo anche gli imprenditori nella discussione e arrivando a una legge che impone ai concessionari la lavorazione in situ dell’80% della pietra estratta. Altre novità introdotte dalla legge sono: le clausole sociali per l’occupazione, che imporranno ai nuovi concessionari di non lasciare a casa i lavoratori, la tracciabilità del materiale grezzo, bandi impostati in modo da premiare gli investimenti, sanzioni severe per chi non rispetta le norme, comprese le tutele dei lavoratori, ruolo attivo delle Asuc nelle concessioni di competenza.
«Rispetto alla formulazione iniziale sono state accolte alcune richieste – ricorda Angeli – La norma interviene però soprattutto sul porfido mentre chi tocca ghiaie, sabbie e altre pietre rimane una particolarità che, tra le altre cose, non riesce a inserirsi nella timida ripartenza delle ristrutturazioni restando agganciata all’edilizia». Questioni e interventi che stanno in ogni a caso a valle rispetto alla principale difficoltà legata, come evidenziato, alla carenza di lavoro: «Una volta le aziende arrivavano da sole, oggi gli imprenditori si rubano i clienti, i prezzi scendono, e nessun preziario consente di ammortizzare le conseguenze».
Un po’ di ossigeno, secondo la presidente, potrebbe arrivare dalle opere pubbliche. «Se qualcosa ripartisse, come è in parte già avvenuto in Alto Adige, ci aiuterebbe – spiega – Non intendo dire che la Provincia dovrebbe intervenire ma che si tratta di un mercato di cui si sente la mancanza». Ciò che potrebbero invece fare i cavatori per aiutare se stessi sarebbe «fare rete e smetterla di guardarsi in cagnesco», propone Angeli: «Finora non riusciamo a farlo anche per ragioni culturali, siamo individualisti. Però la logica del mercato è cambiata e bisogna ripensarsi» conclude la presidente.