Mannarino, è allegria
Il concerto Il cantante romano approda sabato a Riva del Garda Successo a Bologna: arrangiamenti da ballare e buona scelta dei brani
Si avvicina il momento di Alessandro Mannarino che sabato sarà al Palameeting di Riva del Garda (alle 21) per l’attesa tappa regionale dell’Apriti Cielo Tour, organizzata da Fiabamusic e Side Out in collaborazione con le amministrazioni del Basso Sarca, Comunità Alto Garda e Ledro e Cassa Rurale Alto Garda.
Sono stati già venduti oltre millecinquecento biglietti sui duemila disponibili. Un tour che sta facendo registrare numeri davvero importanti con una serie di sold out e ripetuti raddoppi di date in città come Roma, Bologna e Milano.
Apriti Cielo è il quarto album del cantautore romano, che ha debuttato nel 2009 con il folgorante esordio di Bar Della
Rabbia. Un disco dalle ambientazioni periferiche, che spazia tra i generi e che ricorda il primo Capossela ma dai connotati molto più marcatamente romaneschi.
Si riconferma con il successivo Supersantos (2011), che riprende le tematiche del primo album in una baraonda musicale ancora più travolgente. Al Monte (2014) fa registrare una più raffinata maturazione musicale e un lirismo ancora più accentuato nei testi, seguito da un tour dall’impianto teatrale davvero imponente e ben riuscito.
L’Apriti Cielo Tour segue la connotazione teatrale del precedente, con scenografie cangianti, anche se destinato a spazi più vasti come i palazzetti. Ad affiancare Mannarino (voce e chitarra) una band di dieci elementi tra cui spiccano Puccio Panettieri, storico batterista di Carmen Consoli, Alessandro Chimienti (chitarre), Niccolò Pagani (basso e contrabbasso) e Renato Vecchio (sax). Sempre più centrali le tre coriste ossia le sorelle Simona, Ylenia e Azzurra Sciacca, che nell’ultimo disco hanno ampia autonomia interpretativa in brani come Le rane, Babalù e Arca di Noè.
Dopo aver assistito al concerto dell’Estragon di Bologna appare chiaro come Mannarino sia riuscito nell’intento di conciliare i brani degli ultimi album con gli osannati cavalli
di battaglia dei primi due. Si parte sulle note di Apriti cielo e Roma ma quando risuona
Osso di seppia il pubblico si infiamma e cominciano i balli. La scaletta alterna vecchio e nuovo ma indubbiamente canzoni come Maddalena e
La strega e il diamante danno più emozioni di Gandhi, il pezzo probabilmente meno convincente dell’ultimo album.
Elisir d’amor viene riarrangiata in forma di pizzica mentre Quando l’amore se ne va in una meno riuscita versione da discoteca. Il ritmo si mantiene comunque alto e l’ultima parte è un’autentica cavalcata al suono di Statte zitta, le più soffuse Le rane e Merlo rosso per passare alle travolgenti Me so’ mbriacato, Tevere Grand Hotel, Serenata lacrimosa e Scetate vajò.
Uno spettacolo che raggiunge le due ore e mezzo senza stancare e che nei bis regala le immancabili Il Bar Della Rabbia e Marylou, cantate all’unisono dal pubblico, per salutare tutti sulle note di Vivere la vita.
Un concerto da non perdere, ricco di energia e passione, voglia di vivere e divertirsi.