Lilli Gruber compie sessant’anni Lo stile occupa la tv
Marino: il Paese ha bisogno di figure serie. Cacciari: persona dotata di misura
BOLZANO Giornalista televisiva e della carta stampata, inviata di guerra e anchorwoman, autrice, politica, altoatesina ma cittadina del mondo. Versatile e poliedrica come poche, di Dietlinde «Lilli» Gruber, nota anche come «Lilli la rossa», una delle figlie più illustri e conosciute della provincia autonoma di Bolzano, l’amico e collega — entrambi per un breve periodo «prestati» alla politica ma provenienti da altre professioni — Massimo Cacciari sottolinea tuttavia una dote su tutte: «La misura». Una dote che secondo il filosofo veneziano fa di lei «una donna che si capisce che è colta e preparata, che molto spesso ne sa molto più del suo interlocutore rispetto al tema trattato. Eppure questa sua superiorità Lilli non la fa mai pesare, non si avverte mai, a meno di non prestare particolare attenzione a questo aspetto della sua persona».
Anche nella ricorrenza che la vede oggi al giro di boa dei sessant’anni — Dietlinde «Lilli» Gruber è nata a Bolzano il 19 aprile del 1957 — dei quali oltre trentacinque trascorsi fra redazioni di giornali e studi televisivi — è diventata giornalista professionista nel 1982 — Lilli Gruber mantiene il rigoroso controllo della propria immagine pubblica, rifiutando interviste e interventi che la vedano protagonista al di fuori del quotidiano appuntamento televisivo «Otto e mezzo» su La7. Chiunque altro al suo posto vedrebbe probabilmente un’occasione di vanto nel tracciare il bilancio di una sfolgorante carriera professionale, ma lei no.
Chi la conosce sa che lei non ama comparire, se non nei modi che ella stessa stabilisce e pianifica a tavolino. E lo sa bene anche il suo amico Cacciari, che nel farle gli auguri ne loda la bravura e la capacità di «condurre con educazione, classe, intelligenza e simpatia», ma anche il suo essere «colta e un’ottima scrittrice come ha dimostrato nel suo “Tempesta”, un libro a metà fra la memoria e il romanzo». Per Cacciari Lilli è una persona che ha fatto molte cose, ma tutte molto seriamente: «Anche la sua esperienza politica (Gruber è stata europarlamentare dal 2004 al 2008, n.d.r.), non è stata una comparsata». Un altro politico ed ex giornalista che conosce bene Lilli Gruber è l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, che sottolinea come nella giornalista altoatesina si esplichi alla massima potenza il connubio fra doti professionali e identità di genere. «Oggi il Paese ha un disperato bisogno di donne sagge, equilibrate e diligenti. Auguri Lilli e grazie per l’esempio di un giornalismo serio che da sempre rappresenti» è il messaggio di Marino.
A questo proposito la sorella Friederike «Micki» Gruber scrive: «In una delle nostre frequenti e animate conversazioni, ho chiesto a mia sorella quali sogni coltivasse per il futuro. Lei mi ha detto: «Finché le competenze delle donne continueranno a contare così poco, non la smetterò di lottare. Non è solo una questione di giustizia. L’esclusione delle donne dalle centrali del potere è infatti anche un indice inequivocabile di stupidità politica. Una cosa è certa: non mi limiterò a sognare un futuro migliore. Mi batterò perché quel futuro si realizzi».
Per diventare un punto di riferimento a livello nazionale Lilli Gruber ha dovuto piantare ben a fondo le proprie radici, anche nell’apprendere il mestiere. Chi è stato testimone dei primi passi della collega è l’ex giornalista Rai Maurizio Ferrandi, che lavorava alla “Televisione delle Alpi” all’epoca in cui Lilli faceva il praticantato a TeleBolzano. «Già all’epoca si vedeva che era una persona molto vivace professionalmente, che aveva già l’istinto investigativo che ne ha caratterizzato e ne caratterizza tuttora la parabola professionale» riferisce Ferrandi. «Lilli ha sempre rivelato una grande curiosità per l’aspetto non marginale, non superficiale, per il cuore delle cose e dei fatti, che andava poi puntualmente a sviscerare attraverso il proprio lavoro» conclude Ferrandi.
Ferrandi «Grande curiosità e istinto a scavare»