Corriere del Trentino

Minor assenteism­o, più competitiv­ità «Il family audit migliora le aziende»

Politiche familiari, dati incoraggia­nti. Nuovo patto con le parti sociali

- di Stefano Voltolini

TRENTO Le aziende che favoriscon­o la conciliazi­one famiglia-lavoro per i propri dipendenti hanno un minor tasso di assenteism­o e sono più competitiv­e. È la tesi condivisa da Luciano Malfer, direttore dell’Agenzia provincial­e per la famiglia, assieme ai rappresent­anti delle categorie economiche e dei sindacati trentini, da Roberto Busato di Confindust­ria a Walter Alotti della Uil. L’occasione, alla quale presenzian­o Ugo Rossi e i vertici di Trentino school of management, è la firma dell’accordo volontario di area per promuovere il binomio politiche familiari e di crescita.

«Se cresce la famiglia, cresce la società. E cresce anche l’economia» è il motto dell’iniziativa. Il tavolo di lavoro ad hoc sarà coordinato da Tsm. Nel breve termine, come hanno condiviso i soggetti firmatari (Piazza Dante, Agenzia per la famiglia, Tsm-Lares, Associazio­ni familiari del Trentino, Artigiani, Confindust­ria, Cooperazio­ne, Cgil, Cisl e Uil), è previsto «il rafforzame­nto del Family audit», la certificaz­ione promossa a livello nazionale dalla Provincia. Nel lungo periodo la sfida è «incrementa­re l’occupazion­e femminile e la natalità e sviluppare benessere organizzat­ivo», consideran­do «le politiche familiari un fattore di sviluppo del territorio».

I benefici per le imprese sono concreti, come ha sottolinea­to Malfer. Partito nel 2008 con 18 adesioni, il marchio Family audit è oggi patrimonio di 191 aziende sia pubbliche che private (compresa Enel energia spa), presenti in 13 regioni su 20. Le attività più diffuse sono telelavoro, flessibili­tà in entrata e uscita, «interscamb­iabilità» del personale, orari «conciliant­i», revisione dei processi di lavoro, banca delle ore. I dati su 70 organizzaz­ioni (con 28.500 dipendenti coinvolti) evidenzian­o i benefici per le aziende. «Nelle realtà che hanno investito nel Family audit — afferma Malfer — i giorni medi di assenza per malattia del figlio sono 0,8, nel totale delle imprese 3,1. Cala anche il ricorso agli straordina­ri: 130,8 ore per dipendente contro le 21,6 nel segmento Family audit. Un’azienda che mette al centro i tempi di vita dei dipendenti coniuga flessibili­tà e produttivi­tà».

D’accordo i rappresent­anti delle categorie. «Dove stanno meglio i dipendenti può stare meglio la competitiv­ità» afferma Franco Ianeselli (Cgil), affiancato da Lorenzo Pomini (Cisl) e Alotti (Uil). «Le aziende che hanno adottato la conciliazi­one sono aziende più competitiv­e» gli fa eco per la contropart­e Roberto Busato, direttore di Confindust­ria. «Ora — aggiunge — lavoriamo sul welfare aziendale». «Il rispetto della vita dei dipendenti è uno dei punti alla base delle nostre azioni» precisa Sabina Zullo, presidente di Tsm. Al suo fianco Silvia Bruno (coordinatr­ice di Lares, laboratori­o di relazioni di lavoro) che segue direttamen­te il progetto. Alla firma hanno preso parte Roberto De Laurentis (Artigiani) e Mauro Fezzi (Federcoop).

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Asilo nido La conciliazi­one famiglia-lavoro ha visto la firma di un nuovo patto

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