«Daspo, presto l’incontro con il questore»
Andreatta studia il decreto Minniti. «Squadra antidegrado, reintegro rapido»
TRENTO «La sicurezza e, più in generale, l’ordine urbano sono diventati argomenti cruciali del dibattito pubblico». A ricordarlo è il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, intervenendo ieri alla cerimonia per il 126° anniversario della fondazione del corpo di polizia locale della città. E in materia di sicurezza urbana «ora si aprirà una nuova stagione» ammette il comandante Lino Giacomoni. Perché il decreto Minniti è stato convertito in legge «e ci incontreremo a breve per vederne il testo finale» assicura Andreatta. La squadra anti-degrado dimezzata, invece, «tra poche settimane tornerà al numero di 11 operatori» garantisce il comandante.«Ha subito nelle scorse settimane qualche defezione a causa di una precarizzazione del lavoro di cui non siamo certo i responsabili — aggiunge il primo cittadino — Sarà comunque al più presto reintegrata, il contrasto all’inciviltà e alla microcriminalità resta in cima alle nostre priorità». Andreatta e Giacomoni ribadiscono l’impegno ad attingere alla graduatoria stilata ai tempi del concorso per sostituire gli operatori che hanno lasciato la squadra dopo aver trovato un impiego a tempo indeterminato in altre città fuori dal Trentino: «Sono stati individuati i tre operatori che in graduatoria sono in posizione utile per assumere servizio» precisa Giacomoni. «Ne mancano due che arriveranno a brevissimo» rimarca Andreatta. È lui stesso ad annunciare «a breve», invece, un incontro per prendere atto del «testo finale» del decreto Minniti convertito in legge, quello che ai sindaci concede nuovi poteri in materia di sicurezza cittadina (come il Daspo urbano). «Questa nuova legge ci responsabilizza tutti e ci obbliga a dialogare in modo serrato con il commissario del governo, il questore e le forze dell’ordine, tanto più in questa fase d’avvio in cui le procedure devono ancora essere testate e rodate — evidenzia Andreatta — Collaborazione mi pare dunque la parola chiave per l’oggi e per il futuro, anche con i cittadini, i comitati e le categorie economiche». Di «condivisione» e «sinergie» parla anche Giacomoni che, tuttavia, sottolinea come il decreto sicurezza contenga «un’apertura importante per le polizie locali»: «Sul riconoscimento dell’equo indennizzo e del rimborso delle spese di degenza, istituti operanti per le altre forze di polizia e che erano stati abrogati per i dipendenti comunali nel 2011 — ricorda — si intravede anche l’apertura sulla tanto agognata accessibilità alle banche dati del ministero dell’interno». Andreatta auspica infine «quella riforma della polizia locale di cui in Italia si parla da vent’anni»: «Affinché sia investita non solo di nuovi compiti, ma anche di nuovi poteri e tutele — conclude — perché si tratta di un lavoro pericoloso, cui vanno riconosciute tutele simili a quelle previste per le forze dell’ordine».