Schwazer, chieste nuove memorie «Ennesimo escamotage dilatorio»
Corte d’appello di Colonia, disposto un ulteriore rinvio. L’udienza slitta a maggio
BOLZANO Doppio rinvio ieri nell’ambito delle vicende giudiziarie che ruotano intorno alla positività al doping di Alex Schwazer. In tribunale a Bolzano era prevista l’udienza in cui la pubblica accusa avrebbe dovuto svolgere la propria requisitoria nei confronti degli ex medici Fidal Giuseppe Fischetto e Pierluigi Fiorella e l’ex dirigente Fidal Rita Bottiglieri, accusati di favoreggiamento come conseguenza di un comportamento omissivo nella violazione delle norme antidoping da parte di Alex Schwazer in occasione delle Olimpiandi di Londra del 2012, quando fu trovato positivo all’Epo. Il perito incaricato della trascrizione delle intercettazioni telefoniche e ambientali non ha infatti concluso il proprio lavoro a causa della mancanza di una decina di intercettazioni, che sono state depositate ieri. La giudice Carla Scheidle ha fissato le prossime udienze per il 17 maggio, il 13 giugno e il 7 luglio. La sentenza nei confronti dei medici rischia dunque di slittare a dopo l’estate.
Intanto però si preannuncia uno slittamento ulteriore anche nell’altro procedimento, quello innanzi alla Corte d’Appello di Colonia chiamata a pronunciarsi sulla legittimità della richiesta — presentata dal giudice bolzanino Walter Pelino — che le provette che rivelarono per la seconda volta la positività di Alex Schwazer, stavolta al testosterone sintetico, a seguito di un’assunzione anomala avvenuta, secondo l’accusa, tra le 21 del 31 dicembre 2015 e le 7 del 1° gennaio 2016 e rivelata nel controllo a sorpresa del 1 gennaio.
La difesa dell’atleta, presa in carico dall’avvocato Thomas Tiefenbrunner che affianca Gerhard Brandstätter nella gestione del caso, ha presentato un esposto alla Procura di Bolzano ed è nell’ambito di questo fascicolo d’indagine che il gip Pelino ha chiesto di essere messo nella disponibilità delle provette per farle analizzare. Alla richiesta si è però opposta la Iaaf (International Association of Athletics Federations), che si è rivolta alla giustizia germanica per bloccare l’invio delle provette in Italia. Sulla legittimità della richiesta presentata dalle autorità italiane deve ora pronunciarsi la Corte d’Appello di Colonia, dove si trova il laboratorio che condusse le analisi rivelatorie della seconda positività di Alex Schwazer.
La comunicazione dell’ennesimo rinvio è stata data per il momento solo in modo informale alle parti, ma la notifica dello slittamento dell’udienza al mese di maggio sarà con ogni probabilità comunicata ufficialmente entro pochi giorni. «La Corte d’Appello ha concesso fino al 1 maggio alle parti per depositare una ulteriore memoria difensiva, probabilmente per prendere posizione nei confronti della controparte rispetto alle ultime memorie depositate» spiega l’avvocato Tiefenbrunner, che vede nell’ennesimo rinvio una dilazione fine a se stessa e punta il dito contro la Iaaf. «È evidente che la Iaaf non vuole fa uscire le provette dal territorio germanico, per conservare la possibilità di fare le controprove rimanendo entro i circuiti Wada. Questo atteggiamento secondo noi ha un unico motivo: non vogliono che esca perché hanno paura che troviamo qualcosa nelle provette stesse» spiega Tiefenbrunner, che insieme a Brandstätter sostiene la tesi della manipolazione delle provette allo scopo di impedire a Schwazer di gareggiare alle Olimpiadi di Rio de Janeiro nell’estate 2016.
«La questione riguarda il fatto se la questione sia prettamente sportiva e dunque debba decidere la giustizia sportiva come sostiene la Iaaf, oppure se spetti al giudice penale fare chiarezza su questa vicenda come invece sosteniamo noi» conclude Tiefenbrunner.
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