Museo di San Michele L’etnografia è in festa
Nelle giornate di sabato e domenica, per il quinto anno consecutivo, il Museo degli usi e costumi della gente trentina promuove il Festival dell’Etnografia del Trentino. Questo gradito e sempre affollato evento di primavera, destinato in primo luogo ai residenti, alle famiglie, a chi sul territorio opera e lavora, ricalca in modo esplicito i tanti festival tematici che impegnano le piazze di mezza Italia (Filosofia, letteratura, matematica, economia...), con un concetto sempre più familiare al grande pubblico, quello di «etnografia», che vuol dire semplicemente: «le tradizioni popolari del territorio, e il loro studio».
Ecco quindi una due giorni molto intensa con proposte musicali, artistiche, d’artigianato, cinematografiche, teatrali, didattiche, gastronomiche: complessivamente, una settantina di eventi, a cura di altrettanti soggetti locali, piccoli musei, aziende agricole, associazioni, gruppi di volontari. Sul fronte musicale da non perdere gli appuntamenti con la coralità trentina: sabato alle 16 si terrà il concerto del Coro alpino trentino di Gardolo, diretto dal maestro Franco Tommasi. Domenica dalle 10 alle 19 il coro San Osvaldo di Roncegno, diretto dal maestro Salvatore La Rosa, gestirà il Museo degli strumenti musicali popolari.
Tra gli incontri se ne segnalano in particolare due: sabato dalle 10 alle 19 appuntamento con «Le vecchie varietà di vite dalla Carta viticola del Trentino (1950-1962) a oggi» con gli agronomi della fondazione Mach. Sempre loro illustreranno le caratteristiche dell’olio extravergine dell’Alto Garda trentino e il pan di molche.
Il festival sarà anche cinema: due i documentari di recente produzione che saranno proiettati sabato alle 14.30 e alle 17 e che approfondiscono il tema delle scelte di vita in montagna: si tratta di Z’Bärg, di Julia Tal e Alta Scuola, di Michele Trentini. Il primo racconta la storia di una giovane coppia, da sempre impegnata nel sociale, che prende in gestione una malga: una sfida che si rivelerà più intrigante e dura del complesso. Alta Scuola invece riflette sulla scuola di paese pluriclasse che esisteva a Pejo e che fu sostituita da un moderno istituto in fondovalle nel 2011.
Infine spazio all’arte con la mostra «Tratti di matita .... raccontano i Mòcheni». Luogo di atmosfere assorte, di grandi lontananze, di ineffabili alterità la val dei Mòcheni è un luogo dell’anima. Katia Moser racconta questa fascinazione, di cui cadde vittima anche lo scrittore Robert Musil, nella sua Tratti di matita, che sarà inaugurata al Museo di San Michele il 22 aprile. Katia Moser, pinetana, è una giovane diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia.