LA NECESSITÀ DI FERMARSI
L’accusa più pesante contenuta nell’inchiesta che la Procura di Trento ha dedicato a Itas assicurazioni — confermata nell’avviso di chiusura indagini — è relativa alla presunta estorsione che il direttore generale Ermanno Grassi avrebbe posto in essere nei confronti del presidente Giovanni Di Benedetto al fine di ottenere il bonus retributivo. Lo aveva spiato con l’ausilio di un detective per poi poterlo ricattare. Il processo chiarirà se davvero il reato si è consumato; insieme all’estorsione, altri nove capi d’accusa che spaziano dalla tentata truffa alla truffa aggravata, dal falso all’appropriazione indebita. Nel frattempo è doveroso per tutte le parti in causa (e non) attendere ed evitare scelte divisive.
Sotto questo punto di vista, appare davvero avventato proseguire nell’iter di modifica statutaria (l’assemblea è fissata per giovedì) che consentirebbe, tra gli altri aspetti, il prolungamento dell’incarico nel consiglio di amministrazione: da tre a quattro mandati con la possibilità di arrivare a cinque attraverso una maggioranza qualificata. Opportunità, etica e trasparenza consiglierebbero l’annullamento dell’assemblea, perché l’idea di avviare una procedura di conferma di Di Benedetto senza sapere se l’estorsione si è compiuta getterebbe ulteriore discredito sulla mutua assicuratrice.
Opportunità, etica e trasparenza suggeriscono però anche altro. Cioé di riflettere attentamente sul tema dei mandati. Il limite ha una sua ratio per evitare che l’esercizio del potere tracimi in disinvoltura, familismo o in quei comportamenti che, anche senza violare il codice penale, si configurano come inopportuni e lesivi della reputazione di un’azienda. Va altresì considerato che Itas è una mutua assicuratrice con 680.000 soci e una veste giuridica sui generis che non la accomuna tout court al privato. Si impone, dunque, l’esigenza di offrire l’esempio di un esercizio limpido ai soci e all’opinione pubblica, e più in particolare a quella trentina che considera Itas come parte del suo dna.
Quando il tema è la moralità scompare ogni distinzione tra pubblico e privato. Di Benedetto — che nel suo passato politico ha conosciuto diverse disavventure giudiziarie e un arresto durante Mani Pulite — può comprendere da solo che il rinvio dell’assemblea e la rinuncia a ulteriori mandati sarebbero un gesto utile all’assicurazione che presiede per recuperare credibilità.