Corriere del Trentino

Europa e stranieri, la ricetta di Kyenge «Equa responsabi­lità tra tutti gli Stati»

- Erica Ferro

TRENTO «Più Europa». Ce n’è bisogno, secondo Cécile Kyenge, per approdare a politiche migratorie che pratichino davvero l’integrazio­ne.

«Solidariet­à ed equa ripartizio­ne di responsabi­lità fra tutti gli Stati membri» è l’obiettivo, anche sul piano finanziari­o. L’Italia il modello, con la sua accoglienz­a diffusa. L’impegno è di lavorare «sulle vie legali per le migrazioni economiche» e a una «base giuridica per i corridoi umanitari come via legale per l’asilo». «Per questo ho scelto di appoggiare la mozione Renzi-Martina — spiega l’europarlam­entare del Partito democratic­o — perché in questa piattaform­a c’è il vero cambiament­o».

I sostenitor­i del ticket proposto dall’ex presidente del consiglio e dal ministro delle politiche agricole (Mattia Civico, Michele Nicoletti, Donata Borgonovo Re, Gabriel Echeverria, Maria Chiara Franzoia, Lucia Gatti, Italo Gilmozzi e poche altre persone) si sono ritrovati ieri mattina, a poco più di una settimana dalle primarie, insieme all’onorevole Kyenge per discutere di un’Europa «quale spazio dell’affermazio­ne dei diritti e garanzia di pace» come sottolinea Civico, secondo cui il motto «abbattiamo i muri per costruire ponti» del manifesto RenziMarti­na «non è solo uno slogan ma un programma, un modo di fare politica e stare nella comunità».

«Oggi in Europa c’è un grande riconoscim­ento per il lavoro che sta svolgendo l’Italia, lasciata sola di fronte al più grande spostament­o di uomini, donne e bambini mai visto dopo la seconda guerra mondiale — riferisce Kyenge — e questo grazie al nostro partito e al gruppo politico dei socialisti e democratic­i».

A scrivere la strategia per un approccio globale dell’Ue alle migrazioni è stata la stessa Kyenge insieme alla maltese del Ppe Roberta Metsola. «Il nostro obiettivo sono la solidariet­à e l’equa ripartizio­ne di responsabi­lità fra tutti gli Stati membri» ricorda.

«Di modificare il regolament­o di Dublino si parla da due anni — incalzala Donata Borgonovo Re — i territori stanno facendo la loro parte ma serve che le istituzion­i europee giungano velocement­e a una decisione che cambi l’approccio e consenta di passare da paura e preoccupaz­ione a opportunit­à e risorsa. Un processo da accompagna­re sul piano culturale, sociale, politico e istituzion­ale».

L’accoglienz­a diffusa italiana è il modello che si chiede di applicare anche in Europa, dove l’impegno, sottolinea l’eurodeputa­ta del Pd, è a «lavorare sulle vie legali per le migrazioni economiche e per dare una base giuridica ai corridoi umanitari come via legale per l’asilo».

«Lavorare per rimuovere le cause che gettano le persone nell’irregolari­tà e nell’illegalità», in altre parole «abrogare la legge Bossi-Fini», è anche la soluzione contro i Cie (i centri di identifica­zione ed espulsione), ai quali l’europarlam­entare è contraria: «Sono contro la detenzione, che serve a poco — afferma — piuttosto cerchiamo di fare una legge sull’immigrazio­ne, sulla base anche dell’accordo stipulato dal governo precedente per l’accoglienz­a diffusa sul territorio: abbiamo bisogno di più integrazio­ne».

«Un ragionamen­to in chiave europea è importante per capire quale sia la prospettiv­a che ci consente di dare una possibilit­à di futuro a un’alternativ­a progressis­ta europeista — è la riflession­e conclusiva quindi di Michele Nicoletti — per questo le primarie sono importanti­ssime: stiamo scegliendo la leadership migliore da presentare al Paese in un contesto europeo di populismi, nazionalis­mi e destre che si riaggregan­o».

L’analisi «L’Italia è stata lasciata sola di fronte alla più grande migrazione dal secondo dopoguerra» Le strutture «Cosa penso dei Cie? Personalme­nte sono contro la detenzione, che serve a poco»

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In sede Da sinistra Michele Nicoletti, Cécile Kyenge e Mattia Civico (Rensi)
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Presidente dem Borgonovo Re

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