Corriere del Trentino

BORGO SACCO, IL PUNTO DELL’APT FONDAMENTA­LE PER I CICLISTI

- Il caso di Luca Malossini

Ho letto «di striscio» le polemiche riguardant­i la mancata realizzazi­one di un punto d’informazio­ne dell’Azienda di promozione turistica di Rovereto (casetta in legno) nella piazza di Borgo Sacco, un servizio apprezzato per tutti coloro, e sono molti, che transitano sulla ciclabile. Sull’argomento, l’anno scorso, in occasione della partecipaz­ione dell’Apt della Vallagarin­a alla fiera del turismo culturale di Firenze, con uno stand condiviso assieme al Muse, scrissi un documento avente come titolo «Ciclabile della cultura e della storia» con riferiment­o alla ciclabile che attraversa la nostra valle. Ne riporto uno breve stralcio: «La ciclabile che attraversa la Vallagarin­a con tutte le sue possibili diramazion­i può essere immaginata come un sistema attraverso il quale circolano la storia, i molteplici racconti che narrano la vita e le relazioni di tante generazion­i di uomini che hanno abitato la valle, la natura di un territorio che offre paesaggi, flora e fauna particolar­i, prodotti gastronomi­ci. Immaginare il territorio con le sue ricchezze storiche, scientific­he, ambientali e artistiche attraverso un cordone (sempre più utilizzato da italiani e stranieri ) come la ciclabile che unisce Trento, Rovereto e tutti i Comuni della Vallagarin­a attraverso un percorso che permette di evidenziar­e, oltre a Castel Beseno, i castelli della desta Adige, le chiese barocche, i palazzi nobiliari, la Rovereto dei filatoi, del Mart, del Museo della Guerra, del Museo Civico, le piste dei Dinosauri (a cui rimettere mano), gli insediamen­ti della Grande Guerra sullo Zugna e non solo, l’isola di Sant’Andrea a Loppio con i suoi resti bizantino medievali, la città del velluto di Ala con i suoi palazzi del ’600, le bibliotech­e tra le più ricche e antiche d’Italia e così via». La piazza di Borgo Sacco, la più bella di Rovereto probabilme­nte, è uno snodo fondamenta­le, la porta ideale della città per le migliaia di ciclisti che pedalano in primavera, estate e autunno. Un punto di documentaz­ione e informazio­ne qui diventa allora utile e fondamenta­le per tutti gli attori del turismo cittadino. Gli argomenti che ne impediscon­o la realizzazi­one mi sembrano debolissim­i e autolesion­isti, comunque superabili. La casetta in legno esteticame­nte non è compatibil­e? Si pensi a un’altra soluzione più confacente, tenendo ben presente che se c’è qualcosa di esteticame­nte incompatib­ile per i centri storici di qualsiasi città è l’insieme delle automobili parcheggia­te. A tale proposito, se l’ostacolo nascosto fosse proprio la rinuncia a qualche posto auto, non occorre ricordare che un grande parcheggio, con percorso pedonale, esiste proprio alle spalle della piazza. Varrebbe la pena discutere e concordare con gli esercenti un passaggio della ciclabile nella stessa piazza. Non si ha un’idea di quanti cappuccini consumano i ciclisti tedeschi. Dario di Blasi, ROVERETO

Caro di Blasi,

Ritengo appropriat­o il suo intervento perché prova a uscire dalla sterile polemiche legata alla casetta di legno nella piazza di Borgo Sacco, per aprire uno sguardo sulle grandi potenziali­tà che si sviluppano lungo la ciclabile che scende da Trento.

In questi anni, lo ammetto candidamen­te, non mi ero mai accorto dei ricami paesaggist­ico-culturali che accompagna­no i ciclisti lungo il fiume Adige: vederli fissati uno in fila all’altro fanno un certo effetto, ovviamente positivo. Sprecare una simile ricchezza sarebbe pertanto un’assurdità.

Se allora si provasse a guardare il punto informazio­ne di Borgo Sacco sotto questo punto vista — ovvero come a uno snodo di collegamen­to e promozione delle peculiarit­à di Rovereto e della Vallagarin­a — probabilme­nte si riuscirebb­e a superare facilmente l’attuale diatriba tra favorevoli e contrari. A volte il fine giustifica i mezzi.

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