«Io pianista sull’Oceano Ma collaboro con i vip»
ASTRI NASCENTI Luca Poletti, 31 anni, è anche arrangiatore e compositore Si conclude oggi con il musicista Luca Poletti la nostra rubrica Astri Nascenti curata da Veronica Pederzolli.
Luca Poletti, classe ‘86 e residente a Trento dal 2000, è un musicista a tutto tondo, formatosi interamente al Conservatorio Bonporti di Trento: dopo i diplomi in Pianoforte e Composizione e Strumentazione per banda, ottiene la menzione d’onore al biennio specialistico in Musica Jazz. Nonostante le vincite in concorsi e le prestigiose collaborazioni artistiche in qualità di direttore, pianista, compositore e arrangiatore, Luca ha deciso di partire. La meta? Il mare. Cosa l’ha spinta ad andarsene?
«Bella domanda... più di tutto la ricerca di novità, la voglia di vedere la mia vita da un altro punto di vista. Ho tanti progetti in itinere e voglio realizzarli tutti». Come è arrivato a lavorare in nave? «Ci sono finito per caso e temporaneamente, ma ho visto centinaia di luoghi diversi e ho conosciuto musicisti di incredibile talento come Ian Cooper, Stefani Parker e Donnie Ray. All’inizio ero un po’ spaventato per il mio livello di inglese e la non conoscenza della macchina “spettacolo a la Broadway”, ma sono riuscito a sopravvivere».
Qual è la sua giornata tipo?
«La mattina (non molto presto visto che la sera finiamo tardi) scrivo e lavoro sulla mia musica, il pomeriggio ho prove. Qui le parti vengono date al momento e dobbiamo allestire 7 show nuovi alla settimana, con un paio di repliche e, talvolta, alcuni concerti nel primo pomeriggio. A livello di stress non ci facciamo mancare nulla: dobbiamo sempre essere sul pezzo anche se “il pezzo” non lo conosciamo».
Questo lavoro nell’immaginario è spesso legato al divertimento sfrenato. È così?
«L’idea del pianista sull’Oceano è completamente romanzata, stupenda ma fuori strada: lavoriamo sempre, che sia giorno di navigazione o di porto. L’ultimo giorno libero credo di averlo avuto quasi due mesi fa, e lo ricordo ancora con tanta nostalgia!».
Il luogo che più l’ha colpita?
«Se la risposta non può essere “tutti i luoghi mi hanno dato qualcosa” direi la Polinesia Francese, dove la natura è talmente bella da farti venire le lacrime, l’Australia e l’America del Nord per le gigantesche costruzioni, Buenos Aires e Rio de Janeiro per il clima umano che si respira e l’Islanda per la sua natura spettrale».
Una volta gettata l’ancora tornerà in Italia?
«Certo, la nave mi ha permesso di accumulare un cuscino economico fondamentale per le mie necessità artistiche, ma il vero obiettivo è la terra ferma. A breve mi sposterò negli Stati Uniti per lavorare con un musicista locale e porterò avanti le repliche dell’opera scritta a quattro mani con David Riondino, darò il via alla promozione di un nuovo album con il musi- cista Fiorenzo Zeni e terminerò degli arrangiamenti per alcuni talentuosi musicisti e la sonorizzazione di alcuni cortometraggi. Questa esperienza marittima è stata formativa e fondamentale: ora però è il tempo di dedicarmi con anima e corpo alla mia musica, con serenità,
maturità e un’esperienza maggiore». Un saluto musicale per i nostri lettori
«Si dolce è il tormento tratto dal concerto che ho realizzato con Paolo Fresu due anni fa».
Sulla nave Sono partito per realizzare i molti progetti in corso Terraferma Andrò negli Stati Uniti per lavorare all’opera scritta con Riondino