Corriere del Trentino

RIPENSARE L’INTEGRAZIO­NE

- Di Giuseppe Scaglione

Diritto alla città, agli spazi di vita, alla piazza e ai luoghi pubblici come nuovi teatri di democrazia collettiva: con simili premesse, la riflession­e sul vivere le aree urbane e sul ripensarle per migliorarl­e è tutta aperta. Esperienze e suggestion­i s’intreccian­o. Una vissuta personalme­nte qualche giorno fa, in bicicletta a Trento, città prima per qualità della vita.

Ore 7,50, deserto intorno. Mi dirigo dal centro verso la stazione treni e, mentre parcheggio la bici, mi sento chiedere: «Documenti prego». Non senza sorpresa, mi giro: la voce è quella di un solerte vigile che mi multa per aver fatto un tratto di strada contromano e sul marciapied­e. Ore 21 dello stesso giorno, rientro in città, attraversa­ndo i portici di via Pozzo e via Orfane. Molti giovani che urlano, biascicano improperi lasciando segni «odorosi» della loro presenza. Non c’è un vigile che faccia notare una qualche infrazione, non si vede un poliziotto. Mi viene spontaneo pensare che qualcosa non torna nel diritto alla città a «compartime­nti stagni».

Il giorno seguente un gruppo di ragazzi del collettivo studentesc­o ha occupato in forma non violenta l’ex Questura di piazza Mostra: non vogliono una città militarizz­ata, armata, blindata, che li emargina; chiedono piuttosto creatività e libertà d’espression­e, luoghi per ritrovarsi. Come non essere d’accordo? L’urbanità, ovvero l’equilibrio tra i diversi soggetti che vivono e animano i luoghi cittadini, è un ricordo. Ciò che abbiamo costruito e che chiamiamo città è un coacervo di contraddiz­ioni. Forse più che fare multe in forma indiscrimi­nata, armare poliziotti e vigili, è necessario che cittadini e autorità superino la certezza che la sola legge sia la soluzione.

Occorre ripensarle le città, Trento inclusa. Solamente così si potrà sconfigger­e il malessere urbano che ci investe rendendoci vulnerabil­i, impotenti. Dobbiamo allora porci l’obiettivo di progettare soluzioni per una diversa qualità dell’integrazio­ne (contro la sola repression­e), nuovi modelli di convivenza urbana, cittadinan­za, cordialità e cortesia, spazi e luoghi collettivi che sappiano infondere decoro e senso della bellezza (concetto che da tempo promuovo da queste colonne). Dialogo, confronto, creatività, visioni di futuro, idee per Trento dinamica e multirazzi­ale, in cui far convivere giovani con anziani, locali con extracomun­itari, vigili e poliziotti con cittadini, sconfiggen­do ipocrisia, violenza, arroganza, ignoranza.

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