Laurie e Christelle Nuova vita con gli studi
TRENTO Hanno attraversato l’Africa, si sono imbarcati in Libia sono naufragati in Italia. Sono quelli che arrivano con i barconi. «Non so nuotare, ancora di notte sogno le onde, sento il sapore dell’acqua salata e ho paura». A raccontare è Christelle, 26 anni, arrivata a Trento nel 2015 dal Camerun, oggi studentessa universitaria grazie al piano «Richiedenti asilo» portato avanti da università e Cinformi. «Siamo arrivati al secondo anno di programmazione. Ogni anno, cinque richiedenti asilo o rifugiati possono seguire i percorsi di studi dell’università» spiega la prorettrice alle politiche di equità e diversità Barbara Poggio, in occasione di «Well Come! Unitrento For Refugees», l’aperitivo interculturale che si è tenuto ieri alla facoltà di economia.
«Dopo un test di ingresso e un’analisi dell’orientamento universitario, gli studenti seguono un percorso di studi triennale — continua Poggio — Lo scorso anno gli indirizzi seguiti sono stati economia, ingegneria, servizi sociali; quest’anno gli iscritti stanno seguendo lingue e informatica». Christelle in Camerun era una studentessa.
«Mi sono laureata in geografia, mi sarebbe piaciuto lavorare per il servizio statistica del mio paese, purtroppo non è stato possibile, troppe tensioni politiche. Sono dovuta scappare. Da sola. Quando sono arrivata in Trentino sono stata al centro di accoglienza di Marco a Rovereto, ho seguito i corsi di italiano del Cinformi perché parlavo solo francese e oggi studio per diventare operatore sociale, mi piacerebbe lavorare nel campo ambientale». Christelle dice di essere «abbastanza felice, è una nuova vita questa. È come se fossi rinata un’altra volta e oggi c’è una nuova Christelle. Vivo con il mio fidanzato, l’ho conosciuto prima di imbarcarmi in Libia e siamo arrivati qui insieme. Non so che cosa sarà del mio futuro, ci sono ancora tante sfide».
E di sfide racconta pure Laurie, 29 anni, laureata in lingue e proveniente dalla Costa D’avorio. «Sono fuggita dalla guerra, mia mamma è morta, mio padre è scappato in Francia. Vorrei studiare per diventare interprete, parlo spagnolo, inglese, francese. Ho imparato l’italiano e spero di laurearmi presto e magari andare in Spagna». Laurie vive a Gardolo con altre tre ragazze e un bambino piccolo, figlio di una delle sue coinquiline. «Stiamo bene, ma non è facile, dobbiamo imparare un nuovo modo di vivere, adattarci. Se fermo qualcuno per strada per chiedere un’informazione e dico, mi scusi, mi sento rispondere, no non compro niente. Poi quando spiego mi ascoltano».
«Dobbiamo smuovere l’ostilità soprattutto partendo da questi progetti che coinvolgono gli studenti. In Trentino ci sono 1.700 persone che stanno ricominciando la loro vita da zero», dice Pierluigi La Spada (Cinformi).