Lo strano caso di Cavosi Analisi eccellente di una Provincia che soffoca
Lo strano caso della notte di San Lorenzo, scritto e diretto da Roberto Cavosi, è ambientato tra le vecchie buche di un minigolf. Di quelle costruite per essere sempre uguali nel tempo ma che finiscono per mostrare crepe evidenti molto prima del dovuto. Per l’occasione, il minigolf non si limita ad essere «scenografico» ma diventa parte fondamentale, forse addirittura protagonista, dello spettacolo. Perché chi lo gestisce, uno dei tanti sospettati dell’omicidio di Miss Zillertal, si preoccupa unicamente di rispettare le volontà del padre, volutamente disinteressato a quanto gli accade intorno. Un minigolf che, quindi, rappresenta al meglio difetti e mentalità di provincia, perché il gioco vero, quello che si svolge su un «green» scintillante con le diciotto buche e i signori vestiti bene con la sacca sulla spalla, si gioca altrove.
La provincia è luogo in cui non si conosce il mondo esterno e che il mondo esterno non conosce, dove si crede di poter chiudere tutto fuori dalla porta, non accorgendosi che la paura, stretta tra quattro mura, può produrre una miscela esplosiva. Lo sanno bene ad Erba, Voghera, Alatri e Avetrana.
Cavosi è molto abile a mettere in scena proprio questa provincia, dove si scimmiotta una realtà che si conosce solo per sentito dire o per quanto racconta la tv. Non tutti gli attori riescono a seguire il regista e autore meranese lungo questo percorso, ma il tema e la trama superano anche queste difficoltà. Ed è un bene, perché da queste parti la Provincia ha la «p» maiuscolissima e il caso a cui Cavosi si è ispirato è stato rimosso con troppa facilità. Un innocente, seppur reticente, era finito in galera per errore, forse perché in troppi avevano cercato la verità invece della giustizia.
Lo strano caso della notte di San Lorenzo resterà al comunale di Bolzano fino a domenica, poi andrà in scena a Bressanone (15 maggio), Merano (16 maggio), Vipiteno (17 maggio) e Brunico (18 maggio).