Perseguita i genitori, figlio a processo
Singolare caso di stalking. Dispetti, insulti e percosse: l’odissea di una coppia
Perseguitati e minacciati per mesi: dispetti e insulti all’ordine del giorno, ma anche percosse. È questo l’incubo di una coppia trentina, perseguitata dal figlio quarantenne. L’uomo ora è a processo per stalking e lesioni aggravate, ma la Procura contesta anche il reato di oltraggio a pubblico ufficiale e resistenza a pubblico ufficiale. La vicenda risale al 2015. Solo dopo lunghi mesi di sofferenza i due anziani coniugi hanno trovato il coraggio di denunciare il figlio.
TRENTO Appostamenti, dispetti, botte e insulti. Un incubo per una coppia trentina perseguitata e minacciata per lunghi mesi. I due coniugi non erano più liberi neppure di uscire di casa, avevano paura anche ad andare in giardino. I dispetti erano all’ordine del giorno e anche gli insulti, ma in alcuni casi sarebbero stati superati ampiamente i confini verbali e dopo le ingiurie sarebbero iniziate le botte.
Una vicenda ai confini del surreale non tanto per gli episodi accaduti (si tratta di un altro drammatico caso di stalking) quanto per il protagonista degli atti persecutori, ossia il figlio della coppia, una quarantenne trentino. L’uomo ora è a processo per stalking, lesioni aggravate, ma la Procura contesta anche il reato di oltraggio a pubblico ufficiale e resistenza a pubblico ufficiale. In un’occasione l’uomo, infatti, se la sarebbe presa anche con gli agenti della polizia intervenuti per calmare il quarantenne.
Ma procediamo per gradi. La triste vicenda risale al 2015. Allora sarebbero iniziati gli screzi in famiglia poi degenerati. Non è chiaro quale sia stata la scintilla che ha scatenato la rabbia cieca del quarantenne verso i genitori, forse alimentata anche dall’eccesso di alcol in corpo. Secondo quanto ricostruito dalla Procura il quarantenne da tempo aveva interrotto i rapporti con i due anziani genitori, ultrasettantenni. Ma dalle discussioni sarebbe ben presto passato ai fatti. In un’occasione, il 16 settembre 2015, l’uomo sarebbe andato dai genitori e avrebbe parcheggiato il suo trattore agricolo proprio davanti all’accesso ai garage dell’abitazione per impedire ai due genitori di uscire di casa, poi avrebbe urlato ingiurie e insulti indirizzati alla coppia. Ad aprile 2016, invece, si sarebbe presentato a casa della coppia «incollandosi» al campanello di casa. Esasperato il padre è uscito per dire al figlio di smetterla, ma a quel punto l’uomo avrebbe spintonato il padre malmenandolo e insultandolo. Solo l’intervento dei vicini di casa ha evitato il peggio.
In un’altra occasione il quarantenne, il 15 agosto scorso, sempre secondo la ricostruzione dell’accusa, avrebbe minacciato i genitori di distruggere la casa, poi si sarebbe introdotto all’interno dell’abitazione e avrebbe tentato di rompere il televisore. Una furia cieca indirizzata poi verso l’anziano padre e infine anche verso la madre che avrebbe strattonato facendola cadere a terra. Poi, sempre ad agosto, avrebbe suonato insistentemente il campanello di casa e poi, non ottenendo risposta, si sarebbe avventato sulla porta di casa danneggiandola con un attrezzo agricolo. «Dove siete brutti... siete morti?» avrebbe urlato. Non contento, sempre a fine agosto avrebbe denunciato la scomparsa dei genitori costringendo le forze dell’ordine a intervenire nel cuore della notte e svegliare i due anziani.
Ma c’è di più: esasperata la coppia in diverse occasioni sarebbe stata costretta a nascondersi in giardino e a chiamare i carabinieri e la polizia e almeno, i due genitori sarebbero stati picchiati e in un’occasione l’uomo si sarebbe avventato anche contro i due agenti della polizia intervenuti in soccorso dei due anziani. «Ti taglio la gola» avrebbe detto il quarantenne rivolto a uno dei poliziotti.
Solo dopo lunghi mesi di sofferenza i due anziani coniugi hanno trovato il coraggio di denunciare il figlio. Ieri mattina si è aperta l’udienza a carico dell’uomo, ma è stata rinviata.