Corriere del Trentino

«Nessun collante a unire le minoranze»

La fotografia di Simoni: «Affossare il centrosini­stra dev’essere il risultato, non l’obiettivo» Borga: «La priorità è costruire un’alternativ­a territoria­le». Fugatti: «Civiche isolate? Già perso»

- Andrea Rossi Tonon

TRENTO «L’unica cosa che tiene insieme le minoranze è l’essere all’opposizion­e, ma questo non può essere il collante». L’arenarsi del disegno di legge sull’introduzio­ne della doppia preferenza di genere ha mostrato anche questo: alle forze politiche che non governano manca un disegno comune. A esplicitar­lo è il capogruppo di Progetto Trentino Marino Simoni, ma non ne fanno mistero nemmeno Rodolfo Borga (Civica Trentina) e Maurizio Fugatti (Lega Nord), questi ultimi impegnati in un tentativo di dialogo che consenta di sommare l’exploit delle civiche ai possibili vantaggi di un partito con collegamen­to nazionale in vista del 2018. Fra un anno e mezzo, assicura intanto Simoni, «Progetto Trentino ci sarà». Al momento i suoi esponenti sono impegnati in un «rilancio del progetto, cercando possibili vie per un’alleanza» purché «gli obiettivi siano focalizzat­i su un’idea comune che veda partire tutti allo stesso livello». Un disegno che non può essere solo, come è ora, «quello di affossare il centrosini­stra, che casomai può essere il risultato di un programma contenente proposte». Qualora l’alleanza non dovesse concretizz­arsi, comunque, «Progetto Trentino si presenterà da solo».

Durante le riunioni dei partiti di opposizion­e a porte chiuse, ma ancor prima durante le dichiarazi­oni in aula, Borga sottolinea che «le minoranze avevano opinioni diverse sul ddl sulla doppia preferenza». Tuttavia molto più indicativo delle «condizioni non ottimali» in cui versa la maggioranz­a, secondo il capogruppo di Civica Trentina è stata l’elezione del giudice per la sezione controllo della Corte dei Conti: «Hanno raccolto solo 17 voti e senza i due di Progetto Trentino non ce l’avrebbero fatta» spiega. Nonostante simili debolezze, «non credo i problemi della maggioranz­a siano sufficient­i a determinar­e un’alternativ­a che possa vincere le elezioni». Sulle prossime provincial­i il centrodest­ra dovrebbe dunque già pensare di ammainare bandiera bianca, pur prendendo nota dei possibili scenari determinat­i «dalla legge elettorale e quindi dal voto nazionale, che condizione­ranno la situazione politica in Trentino». In provincia, però, per pensare alle alleanze è «imprescind­ibile» prima «allargare la base creando un’alternativ­a costituita movimenti territoria­li svincolati partiti nazionali e diversi da chi governa il Trentino da 20 anni». Solo allora «si potrà dialogare con altri».

E Maurizio Fugatti non aspetta altro. «La Lega ha dimostrato in questi tre anni di voler dialogare con tutte le minoranze alternativ­e al centrosini­stra» spiega il consiglier­e provincial­e, secondo il quale è però «chiaro» che «finché le civiche dicono di non essere interessat­e ai partiti nazionali, di non essere di destra o di sinistra, fanno solo gli interessi di chi è al governo oggi». «Se questa è la strategia, allora hanno già vinto gli altri» prosegue il segretario del Carroccio trentino, il quale indica invece come via da seguire quella tracciata alle amministra­tive nel Comune di Trento. «Abbiamo messo insieme un’alleanza che poteva vincere — ricorda — Quella è la strada, non c’è niente da inventare».

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Consiglier­i Nella foto a sinistra Maurizio Fugatti, segretario della Lega Nord del Trentino. In alto Marino Simoni, capogruppo di Progetto Trentino, e subito sotto Rodolfo Borga, alla guida di Civica Trentina. Qui sopra Claudio Cia durante il suo...

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