«Nessun collante a unire le minoranze»
La fotografia di Simoni: «Affossare il centrosinistra dev’essere il risultato, non l’obiettivo» Borga: «La priorità è costruire un’alternativa territoriale». Fugatti: «Civiche isolate? Già perso»
TRENTO «L’unica cosa che tiene insieme le minoranze è l’essere all’opposizione, ma questo non può essere il collante». L’arenarsi del disegno di legge sull’introduzione della doppia preferenza di genere ha mostrato anche questo: alle forze politiche che non governano manca un disegno comune. A esplicitarlo è il capogruppo di Progetto Trentino Marino Simoni, ma non ne fanno mistero nemmeno Rodolfo Borga (Civica Trentina) e Maurizio Fugatti (Lega Nord), questi ultimi impegnati in un tentativo di dialogo che consenta di sommare l’exploit delle civiche ai possibili vantaggi di un partito con collegamento nazionale in vista del 2018. Fra un anno e mezzo, assicura intanto Simoni, «Progetto Trentino ci sarà». Al momento i suoi esponenti sono impegnati in un «rilancio del progetto, cercando possibili vie per un’alleanza» purché «gli obiettivi siano focalizzati su un’idea comune che veda partire tutti allo stesso livello». Un disegno che non può essere solo, come è ora, «quello di affossare il centrosinistra, che casomai può essere il risultato di un programma contenente proposte». Qualora l’alleanza non dovesse concretizzarsi, comunque, «Progetto Trentino si presenterà da solo».
Durante le riunioni dei partiti di opposizione a porte chiuse, ma ancor prima durante le dichiarazioni in aula, Borga sottolinea che «le minoranze avevano opinioni diverse sul ddl sulla doppia preferenza». Tuttavia molto più indicativo delle «condizioni non ottimali» in cui versa la maggioranza, secondo il capogruppo di Civica Trentina è stata l’elezione del giudice per la sezione controllo della Corte dei Conti: «Hanno raccolto solo 17 voti e senza i due di Progetto Trentino non ce l’avrebbero fatta» spiega. Nonostante simili debolezze, «non credo i problemi della maggioranza siano sufficienti a determinare un’alternativa che possa vincere le elezioni». Sulle prossime provinciali il centrodestra dovrebbe dunque già pensare di ammainare bandiera bianca, pur prendendo nota dei possibili scenari determinati «dalla legge elettorale e quindi dal voto nazionale, che condizioneranno la situazione politica in Trentino». In provincia, però, per pensare alle alleanze è «imprescindibile» prima «allargare la base creando un’alternativa costituita movimenti territoriali svincolati partiti nazionali e diversi da chi governa il Trentino da 20 anni». Solo allora «si potrà dialogare con altri».
E Maurizio Fugatti non aspetta altro. «La Lega ha dimostrato in questi tre anni di voler dialogare con tutte le minoranze alternative al centrosinistra» spiega il consigliere provinciale, secondo il quale è però «chiaro» che «finché le civiche dicono di non essere interessate ai partiti nazionali, di non essere di destra o di sinistra, fanno solo gli interessi di chi è al governo oggi». «Se questa è la strategia, allora hanno già vinto gli altri» prosegue il segretario del Carroccio trentino, il quale indica invece come via da seguire quella tracciata alle amministrative nel Comune di Trento. «Abbiamo messo insieme un’alleanza che poteva vincere — ricorda — Quella è la strada, non c’è niente da inventare».