Franco: «Il vero assedio è quello dei nazionalisti»
Il giornalista: «Immigrati, giusto non concentrarli»
TRENTO Si intitola L’assedio l’ultimo libro di Massimo Franco, editorialista del Corriere della sera, che il giornalista ha presentato ieri al festival «Siamo Europa» organizzato dalla Fondazione De Gasperi. Riflettendo sulle conseguenze politiche, sociali e culturali dell’immigrazione, Franco spiega che l’assedio di cui parla non è quello, solo apparente, dei disperati che sbarcano sulle coste italiane e greche, ma è quello condotto dalle forze sovraniste e demagogiche contro l’Unione europea.
«L’immigrazione non è la causa, ma il rivelatore della crisi europea» sostiene il giornalista, che ammonisce contro quelle forze politiche che fanno populismo in campagna elettorale e non capiscono che «l’Europa è una realtà complessa, i cui problemi non possono essere risolti con risposte semplicistiche».
Attaccano da più fronti gli assedianti dell’unità europea: «Da un lato c’è la crisi del 2008 — ricorda Franco — che da economica è diventata sociale e poi politica; c’è l’immigrazione, che ci ostiniamo a considerare un’emergenza quando invece è ormai una condizione strutturale; ci sono i Paesi del nord Europa, che si stanno stancando di assecondare le loro controparti mediterranee, irresponsabili verso gli impegni comunitari e verso la propria spesa pubblica». Le divisioni fra gli Stati membri hanno preso l’inquietante aspetto dei muri sorti in Ungheria, a Calais e lungo altri confini nazionali. «L’immigrazione anche qui è stata solo il pretesto — prosegue l’editorialista — ma chi viene danneggiato dai muri sono la pace e la cooperazione fra le nazioni europee».
Per recuperare la solidarietà e l’unità necessarie a fronteggiare problemi di scala continentale, però, serve più degli appelli alla buona volontà: «Non basta chiedere di accogliere i migranti su basi morali, come ha fatto il papa, che infatti è rimasto inascoltato da buona parte dei cristiani in Europa. Bisogna far capire che un’immigrazione controllata e gestita in ottica di lungo periodo è un fattore importante per risolvere la crisi economica e demografica dell’Unione». La critica del giornalista a questo punto si rivolge alla Germania, che tende a «europeizzare i propri problemi e a nazionalizzare quelli dell’area mediterranea. Non possiamo permettere che il Mediterraneo diventi periferia rispetto al resto del continente».
Perché possa essere digerita dai cittadini, l’immigrazione va gestita evitando la ghettizzazione: «I profughi vanno distribuiti in modo capillare sui territori, in modo da favorirne l’inserimento nel tessuto sociale e economico locale» sostiene Franco. Un endorsement al modello trentino di accoglienza, quindi, che però «deve tenere in considerazione le esigenze degli enti locali». È un nuovo rapporto che corra dalle istituzioni europee agli enti locali quello auspicato da Franco, che prenda consapevolezza che «la dimensione nazionale ormai è superata». Se i sovranisti e i brexiteers fanno propaganda elettorale promettendo il ritorno a un mondo che non esiste più, «le regole europee devono adattarsi ai tempi nuovi, così «da un’unione di minoranze l’Europa può tornare a lasciare il segno sul piano internazionale».