Libardi: «Hotel, più servizi in comune»
Il presidente Asat a Fiammiferi prima dell’assemblea del settantesimo «Airbnb non ci spaventa: ma tutti devono rispettare le stesse regole»
A pochi giorni dall’assemblea degli albergatori Asat, che celebrerà i 70 anni dell’associazione, torna «sugli schermi» il presidente Luca Libardi, intervistato nel corso dell’ultima edizione della trasmissione «Fiammiferi» condotta da Mario Malossini su Trentino Tv. Libardi lancia due messaggi: occorre riflettere sulle piccole dimensioni degli alberghi trentini, che devono imparare a mettere a fattor comune una serie di servizi, «per migliorare le economie di scala». E sul fenomeno Airbnb ha parole nette: gli obblighi di sicurezza e di comunicazione dati all’Istat devono riguardare anche chi affitta le case, non solo gli albergatori di professione.
L’assemblea dell’Asat è in programma per giovedì alle 10 al Teatro Sociale. Saranno presenti il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, l’assessore al turismo Michele Dallapiccola e il governatore Ugo Rossi. Al talk-show prenderanno parte il presidente nazionale di Federalberghi, Bernabò Bocca, Remo Vangelista, direttore di Ttg Italia, e Renzo Iorio, amministratore delegato di Accor Italia.
Libardi, che ricompare dopo una lunga assenza per motivi di salute, chiede subito di sdoganare il settore turistico «dalla sudditanza rispetto ad altri comparti economici». Il turismo va tenuto in considerazione, assieme alla difesa del paesaggio e alle ricchezze agroalimentari. «Asat, nata dopo la Seconda guerra mondiale compie 70 anni ed è viva, grazie ai suoi mille associati, specie in un momento in cui le associazioni sono in difficoltà per mancanza di senso si appartenenza» afferma il presidente.
Visto che le modalità di fruizione della vacanza stanno cambiando, il comparto si deve interrogare ad esempio sulla dimensione delle proprie aziende. «Sono più importati rispetto alla media in Italia, ma modeste rispetto ai grandi gruppi — osserva Libardi —. Occorre mettere a fattor comune gli aspetti che non sono identitari del singolo albergo, ma che riguardano pratiche burocratiche, acquisti, presenza sul web 2.0. Migliorando le economie di scala si potranno penetrare meglio i mercati, nonostante le dimensioni contenute».
Per quanto riguarda il fenomeno crescente «Airbnb», il presidente dell’Asat fa sapere: «L’ospitalità alternativa non ci spaventa, abbiamo in associazione sia i B&B di qualità che i rifugi. Mi dà fastidio però quando si sfugge dalle regole del mercato e dell’attività economia stessa. Il couchsurfing vale solo il 4% del movimento, il resto di Airbnb è affitto di appartamenti ad uso turistico, (non è un completamento al reddito) fatto che in Trentino avviene da tempo. Ma quando l’attività diventa di fatto imprenditoriale, nello stesso mercato per tutti devono valere stesse regole: oggi non sempre avviene. Non viene mandato l’avviso alla Questura rispetto a chi è ospitato, inoltre non si fanno le comunicazioni all’Istat dei dati di presenze e permanenza. Così si avrebbero dati certi sulla movimentazione, non solo stime».