«Sindaci, pronti a discutere se diventano un partito»
Bezzi scettico sui civici. Viola: «Vecchi schieramenti superati. Molto difficile unire il centrodestra»
TRENTO Il centrodestra attende la mossa dei civici. In attesa di conoscere i contenuti del documento presentato dai sindaci, Forza Italia e Lega Nord proseguono nel tentativo di costruzione di un progetto comune in vista delle elezioni del 2018. «Se decideranno di unirsi in un partito allora diventeranno un possibile interlocutore, anche se spesso finiscono per disperdersi in forze diverse — spiega il capogruppo di Forza Italia Giacomo Bezzi — Esistono però già tre partiti territoriali, a cui si aggiungono quelli di Cia e di Borga. Quanti ce ne servono ancora?».
Le difficoltà nel definire un fronte comune all’interno dell’opposizione nascono tuttavia da un elemento che secondo Bezzi e il vicepresidente del Consiglio Walter Viola (Progetto Trentino) «spesso ci si dimentica», vale a dire che «le elezioni del 2013 hanno definito un quadro in cui nelle minoranze erano presenti quattro diversi candidati alla presidenza». Un’ampia varietà di punti di vista che in questi quattro anni non si sono avvicinati. O meglio lo hanno fatto solo in parte: «Tra me e Fugatti c’è intesa dal punto di vista politico e una buona relazione personale — spiega Bezzi — Stiamo cercando di costruire un progetto comune che, secondo me, dovrebbe partire dal piano nazionale e arrivare fino a quello regionale». La «schiacciante» rielezione di Matteo Salvini alla guida del Carroccio, però, non sembra convincere Viola su un futuro accanto alla Lega. «Ognuno ha la sua opinione e io la rispetto — premette — però non condivido le sue idee su diversi punti».
A «dover far riflettere» in vista del 2018 è, secondo Viola, un altro dato rilevante: «Nel 2013 ha votato solo il 64% degli aventi diritto e tra questi appena il 40% ha scelto un partito con collegamento nazionale» ricorda il consigliere, evidenziando che in Trentino «esiste dunque un’autonomia politica nonché una specificità». Il «collante» dovrebbe quindi essere «cercare di muoversi insieme consapevoli di differenze date all’origine», considerando che «la contrapposizione fra centrodestra e centrosinistra è una lettura che oggi vale fino a un certo punto». Per tale ragione, e per il fatto che «la legge elettorale dei Comuni è molto diversa da quella provinciale», immaginare di replicare la grande unione costruita l’anno scorso per le amministrative nel capoluogo appare «molto difficile».