Corriere del Trentino

ChiantiBan­ca senza Bini Smaghi In discussion­e l’adesione a Ccb

Aperta un’inchiesta dopo la denuncia del cda uscente. Grana patrimonia­le in Veneto

- Enrico Orfano

TRENTO Lorenzo Bini Smaghi ha perso la sfida per mantenere la presidenza di ChiantiBan­ca. A questo punto si mette in discussion­e l’adesione della grossa Bcc al gruppo di Cassa centrale banca di Trento. Federazion­e Toscana e First Cisl Firenze pendono decisament­e per Iccrea, mentre il portavoce della lista vincitrice, Fabrizio Pagliai (in attesa che oggi il cda nomini il nuovo presidente dell’istituto) fa sapere che c’è tutto il tempo per decidere. È incontesta­bile però la volontà di superare il voto in assemblea favorevole a Ccb. Anche se lo stesso Bini Smaghi reputa «fantasioso» a questo punto un passo indietro. Per finire la procura della Repubblica di Firenze ha aperto un’inchiesta dopo la denuncia arrivata dal cda uscente. Si ipotizzano reati bancari, anche alla luce della legge 231 sulla responsabi­lità delle società, e, al momento, si procede contro ignoti. Il fascicolo contiene la relazione trasmessa dall’organismo di vigilanza interno alla banca al cda in cui si ipotizza per alcuni fatti specifici il delitto di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità di vigilanza. Inoltre si terrà conto del rapporto di Bankitalia dopo l’ispezione e dell’assemblea di domenica.

L’ispezione di Bankitalia aveva costretto ChiantiBan­ca a chiudere il bilancio 2016 con oltre 90 milioni di perdita. Inoltre è saltato il direttore Alberto Bianchi, assieme a 5 membri del cda. Per questo motivo Bini Smaghi ha scelto di tornare a elezioni in assemblea: il guaio è che, piuttosto che uscirne rafforzato, il presidente è stato sconfitto dalla lista avversaria «Fedeltà alla storia ed alla cooperazio­ne», che si è imposta con il 54%.

A Trento ChiantiBan­ca interessa molto: la terza Bcc più grande d’Italia aveva rinunciato alla way-out per andare con Ccb. In dote avrebbe portato le sue dimensioni e il know how dello stesso Bini Smaghi, ex esponente Bce, indicato come l’uomo del dialogo con l’Europa una volta costituito il gruppo. Il bond da 20 milioni sottoscrit­to dal sistema trentino in favore di Chianti può avere aiutato la decisione.

Ora tutto si complica. «Come abbiamo indicato nel nostro programma, adesso faremo una riflession­e attenta su tutti gli aspetti relativi all’adesione a uno o l’altro gruppo — afferma Pagliai —. Poi decideremo cosa proporre ai soci». Una posizione più moderata rispetto a quella della Federazion­e Toscana, che si era schierata completame­nte per Iccrea, visto che in tutta la regione solo ChiantiBan­ca è con Ccb. La lista vincente non vuole schierarsi da subito, ma è evidente che è stata sostenuta proprio dalla Federazion­e.

Sullo stesso tema la First Cisl Firenze: «Il voto di ieri, che è stato a maggioranz­a e non unanime, lascia un po’ il tempo che trova, perché i tempi per la scelta sono prematuri — ha detto la responsabi­le Bcc Maria Manetti — Il voto è stato fatto all’interno di una assemblea ordinaria: per scegliere l’adesione al gruppo occorrerà l’assemblea straordina­ria, come prevede anche la normativa, che fra l’altro dovrà tenersi l’anno prossimo. Quello di domenica, come quello di dicembre, è stato un voto più di orientamen­to. Due gruppi si farebbero concorrenz­a fra loro — ha continuato — oggi il gruppo trentino oggettivam­ente non c’è ancora: ci sarà magari, vedremo, ma è impossibil­e assumersi degli obblighi nei confronti di un qualcosa che ancora non c’è».

Bini Smaghi controbatt­e, ricordando che l’adesione a Ccb «è stata deliberata nell’assemblea straordina­ria del dicembre dello scorso anno, 3852 voti a favore, 2 contrari e 2 astenuti. Insomma, bisognereb­be fare un’altra assemblea straordina­ria, ripagare il bond subordinat­o e farsi ridare il capitale versato. Qualcuno che possa farlo, che sia abbastanza fantasioso, ci può essere. Però mette a rischio la reputazion­e della banca».

In tutto questa partita è importante sottolinea­re, però, che Ccb dice di aver già raggiunto il miliardo di patrimonio per diventare capogruppo e che ChiantiBan­ca, a quanto si apprende, non avrebbe apportato un grande aumento di capitale (pochi milioni). Ma a questo punto nasce un nuovo fronte, quello veneto: dopo che l’ago della bilancia si è spostato su Iccrea (13 istituti a 11) si discute per impostare un nuovo assetto nella locale Federazion­e (ora troppo sbilanciat­a su Ccb). A quel punto convogliar­e il patrimonio di società controllat­e — Cesve, Assicra e Neam — per contribuir­e a costruire il patrimonio di Ccb diventa problemati­co.

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Bocciato Lorenzo Bini Smaghi, grande alleato di Trento, domenica è stato sconfitto in assemblea

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