Corriere del Trentino

Ponte Adige, il dolore dei familiari «Stefan era solare e pieno di vita» L’ultimo WhatsApp a mezzanotte

- Luigi Ruggera

BOLZANO «A mezzanotte Stefan era ancora a casa, sereno e di buon umore. Lo so perché a quell’ora ci siamo scambiati, su WhatsApp, un messaggio. Era un commento scherzoso sulla finale dell’Eurovision Song Contest, che avevamo appena visto in television­e». Simon Unterweger rivela che l’ultimo contatto avuto con il fratello Stefan, di un anno più grande di lui, è avvenuto poche ore prima del terribile omicidio. Simon, impiegato di banca ad Innsbruck, dopo aver appreso la tragica notizia, domenica a mezzogiorn­o, ha subito raggiunto i genitori, Kurt ed Annelies, nella casa di famiglia alle porte di Bolzano. L’appartamen­to è in una palazzina di via Castel Firmiano, a Ponte Adige, a pochi metri dal passaggio a livello. La famiglia Unterweger abita qui da una decina d’anni, ma Stefan ha sempre preferito le grandi città. «Era incredibil­e vedere come si trovasse a proprio agio nelle metropoli» racconta la sorella maggiore Ilona, impiegata provincial­e. «Da quando viveva a Berlino era felicissim­o — conferma il padre Kurt — ed era sempre contento. Stava terminando gli studi visto che, per una serie di casi delle vita, non era ancora laureato in informatic­a, che era la sua grande passione». Il padre infatti spiega che Stefan, dopo aver frequentat­o le Itc Kunter, aveva iniziato a frequentar­e la facoltà di informatic­a all’università di Monaco, che poi aveva abbandonat­o: «Da un lato quell’università è piuttosto difficile, e dall’altro Stefan aveva perso un intero semestre per una brutta frattura scomposta ad un braccio, in seguito ad un incidente stradale in via Resia». Una volta ripresosi, aveva trovato un impiego come assistente tecnico in una scuola superiore di Merano. Ma si era reso conto — raccontano i familiari — che per contare su un futuro profession­ale solido aveva bisogno della laurea. «Si era informato ed aveva deciso di iscriversi all’università di Berlino, che frequentav­a con un certo profitto, anche se un anno fa era rimasto nuovamente vittima di un incidente stradale. A Berlino, in bici, fu investito da un’auto, riportando alcune fratture. Ora si era comunque ripreso e stava bene. Una volta conclusi gli studi, aveva intenzione di fermarsi a Berlino, perché si trovava bene». Stefan Unterweger condividev­a l’appartamen­to con altri due ragazzi: «Si tratta di due informatic­i, berlinesi. Dividevano le spese, comne si fa tra studenti. Grazie a loro, Stefan aveva imparato a conoscere bene la città e conosceva le zone pericolose e da evitare. È sempre stato un ragazzo molto prudente e non si sarebbe mai messo nei guai. Chissà cosa è successo — afferma il padre — probabilme­nte è stata una rapina». La sorella Ilona aggiunge: «Dopo cena aveva l’abitudine di fare lunghe camminate e probabilme­nte l’altra sera stava passeggian­do accanto al parco, che si trova del resto a pochi minuti da casa sua. Dev’essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Sono convinta che si sia trattato di una tentata rapina. Voglio ricordare Stefan come un ragazzo solare, pieno di vita, intelligen­te, che amava leggere. E al quale volevo un mondo di bene».

Ad avvisare i familiari è stato uno dei coinquilin­i di Stefan. Nei prossimi giorni i genitori andranno a Berlino per il riconoscim­ento della salma. «E per avere possibilme­nte delle novità sulle indagini — conclude il padre — perché vogliamo sapere chi ha ucciso nostro figlio».

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