Dorigatti: «L’intesa si troverà». Borga: «Non si tocchi lo Statuto» Regione, Rossi si dice sereno «Clima politico favorevole»
L’incontro della Convenzione altoatesina con la Consulta trentina ha suscitato sentimenti diversi a sud di Salorno. Se Rodolfo Borga (Ct) ricorda che «con la bocciatura del referendum costituzionale modificare lo Statuto non è più obbligatorio», Bruno Dorigatti guarda il bicchiere mezzo pieno e si dice sicuro che sia «interesse di tutti trovare un accordo sulla Regione». Ugo Rossi è il più ottimista: «Mi meraviglio della meraviglia. Stiamo calmi e ricordiamoci che il clima politico con Bolzano non è mai stato così favorevole».
La Convenzione, in sostanza, ha detto quello che tutti si attendevano: della Regione si può fare a meno. Dorigatti all’epoca aveva criticato la scelta di far nascere due organismi diversi per studiare le modifiche dello Statuto di autonomia. «Sarebbe stato preferibile individuare da subito un unico organismo» ricorda, ma non evoca prospettive drammatiche per Trento. «Non possiamo stupirci che il punto su cui le nostre visioni sono diverse sia la Regione. Occorrerà molta pazienza, ma invito tutti a non farsi condizionare troppo dalle dichiarazioni. Alla fine, se si vorrà procedere, sarà necessario trovare un punto d’intesa che non potrà evidentemente essere né un ritorno alla vecchia Regione, ma nemmeno la sua cancellazione». Il suggerimento che avanza Dorigatti è «dare vita a un gruppo di lavoro ristretto che possa trovare una sintesi come fu per la Commissione dei 19. Evitiamo di arrivare prima del tempo a voti in uno dei due consigli, la mediazione diventerebbe più difficile». Per Dorigatti è comunque giusto procedere: «Con Roma si vedrà, ma un patto forte tra di noi è comunque necessario».
La pensa così anche Rossi. «Spetterà alle rispettive maggioranze stabilire se e quando una modifica sarà praticabile in parlamento, ma il lavoro fatto non va sprecato. È normale che la Convenzione sia arrivata a quelle conclusioni. Anche perché le posizioni più radicali hanno avuto più possibilità di esprimersi. Inviterei però tutti a stare calmi. Nessuno ha messo in discussione lo Statuto unico e la scorsa legislatura non era così. Elimineremo competenze superate come quella sui Comuni, ma sulla previdenza, il catasto, la giustizia e magari la sanità integrativa credo che la Regione possa continuare a legiferare anche in futuro. Poi troveremo un modo per garantirle un ruolo politico di coordinamento».
Pessimista Borga. «È stato detto che la Regione non dovrebbe avere più alcuna competenza amministrativa o legislativa, che la sua funzione dovrebbe essere quella di un evanescente raccordo tra le materie che le due Province ritengono d’interesse comune e che il consiglio regionale dovrebbe essere abolito. Esiste al mondo un ente con tali caratteristiche? Lo Statuto è uno perché lo dicono i trattati internazionali, non Kompatscher. Il rischio vero, con un centrosinistra succube della Svp, è che la Regione “evapori”».