CASTELLO DI PERGINE, ALBERGATORI E INVESTIMENTO IN CULTURA
Nei giorni scorsi, nel corso della direzione dell’Associazione albergatori della Valsugana della quale mi onoro essere presidente, all’ordine del giorno era stato inserito anche un breve cenno alla possibile contribuzione da parte dell’Asat di Levico Terme a favore della nascente Fondazione chiamata a tutelare il Castello di Pergine affinché rimanga un bene comune o, meglio, patrimonio di tutta la Valsugana e dei suoi abitanti. Con estremo piacere voglio comunicare che gli albergatori della mia città hanno deciso di intervenire in prima persona contribuendo a dare sempre più valore allo splendido maniero perginese. Siamo così diventati «soci» o, più correttamente, «benefattori del Castello». Come presidente dell’Asat di Levico, mi auguro con tutto il cuore che l’antico e pregevole manufatto possa rimanere a disposizione di tutti i cittadini della nostra valle, ma soprattutto di tutti i trentini e degli ospiti che visitano il nostro territorio e che sempre più spesso — unitamente a un’offerta turistica legata a un ambiente incontaminato, ai laghi, alla montagna, alle terme — desiderano anche immergersi nella cultura, nell’arte, nella storia. Invito tutti i valsuganotti e non solo a credere in una simile iniziativa di sottoscrizione popolare, affinché sulla torre più alta dello storico maniero continui a sventolare il vessillo della nostra Valsugana. Walter Arnoldo, presidente Asat Levico Terme
Caro presidente Arnoldo,
iniziativa dell’Asat di Levico e la risposta degli albergatori stimolano alcune riflessioni. La prima è che gli imprenditori si sono messi in gioco appoggiando
L’in maniera concreta la proposta di aiutare la Fondazione Castello di Pergine. La seconda è che la decisione va a sostegno di un progetto culturale. Siccome non penso che gli albergatori levicensi vogliano buttare a casaccio i loro soldi, significa che hanno intravisto nella cultura un altro possibile campo su cui investire per rendere ancora più completa e attraente la promozione della vacanza. La vostra offerta — come lei scrive con giusto orgoglio — è già ricca grazie ai regali di madre natura, ma allo stesso tempo vuole accogliere altri input, cercando di contaminare le bellezze ambientali con la cultura e l’arte. Decidere di dare concretamente una mano al Castello di Pergine, al di là del valore del gesto, può essere un segnale da veicolare verso altre realtà e altri albergatori del Trentino in modo da superare una visuale monotematica legata all’offerta turistica.
C’è un dato sul quale varrebbe la pena provare a meditare: il settore culturale in Trentino Alto Adige produce un valore aggiunto di 1,9 miliardi di euro con 33.800 addetti. La regione, secondo i dati forniti dal rapporto «Symbola 2016», si piazza al secondo posto in Italia per il miglioramento delle quote d’incidenza del settore sull’occupazione (0,44%), mentre è al quarto posto per la crescita dell’incidenza sul complesso dell’economia (0,31% in più rispetto al 2011). Ciò significa, numeri alla mano, che la cultura può essere d’aiuto all’economia e l’economia, viceversa, può trarne notevoli benefici, i quali si possono tradurre — come certifica appunto anche il rapporto Symbola 2016 — anche in occasioni occupazionali. Nonostante ciò, molti privati nutrono ancora diffidenza, seppure qualche segnale di apertura vada registrato. Il sostegno al Castello di Pergine va letto pertanto in questa direzione. Una piccola goccia da salutare positivamente per provare a mutare il corso degli eventi.