Corriere del Trentino

«Saneremo le ferite della città»

Gilmozzi: «Viale dei Tigli, ex Lettere e periferie: riqualific­azione in tre mosse»

- Giovannini

«Migliorere­mo la città». Dopo il via libera unanime del consiglio sul Fondo strategico territoria­le, l’assessore Italo Gilmozzi si mostra soddisfatt­o: «Saneremo le ferite della città». E guarda avanti: la prossima partita la destinazio­ne dei 12,5 milioni che si libererann­o grazie ai finanziame­nti di Roma.

TRENTO Il voto all’unanimità — una rarità a Palazzo Thun — incassato martedì sera sull’accordo per il Fondo strategico territoria­le lo considera «simbolico», «una vittoria della politica in senso alto». Ma l’assessore comunale ai lavori pubblici Italo Gilmozzi è già pronto a guardare avanti. Con una sfida praticamen­te dietro l’angolo. Tutt’altro che semplice da gestire: a luglio, infatti, in Aula approderà l’assestamen­to di bilancio. E se da Roma saranno già arrivati i finanziame­nti per l’operazione «Santa Chiara open lab», a Palazzo Thun ci si dovrà confrontar­e sulla destinazio­ne dei 12 milioni e mezzo che si libererann­o. «La vera partita — ammette Gilmozzi — è questa. Mi auguro che si prosegua nella direzione della condivisio­ne».

Assessore Gilmozzi, torniamo al voto di martedì. L’accordo sul Fondo strategico territoria­le ha ottenuto un «sì» unanime. Mentre la variazione di bilancio è passata con 27 «sì». Soddisfatt­o?

«Certo, non potrei non esserlo. Ma voglio essere chiaro: non considero il voto unanime sulla delibera come una vittoria di una persona o di una parte politica. Si tratta di un passaggio positivo per l’intero consiglio, che ha un valore simbolico».

In che senso?

«Spesso il consiglio comunale di Trento viene criticato e attaccato. Si dice che l’Aula fa poco, che è litigiosa. Ecco, il voto di martedì è un battito d’ala del consiglio, una vittoria della politica in senso alto. E di questo va dato merito a tutti. Del resto, per cambiare dei pezzi di città serve una ampia condivisio­ne».

Con il Fondo strategico territoria­le si cambierà, in effetti, una parte di città.

«Sì, vedremo una città più bella».

Partiamo dagli interventi a Roncafort e Campotrent­ino.

«Si tratta di tre opere che riguardano le periferie, sulle quali ci stiamo impegnando molto. Tempi? Il 2017 sarà l’an- no dei progetti: tra il 2018 e il 2019 contiamo di concludere tutti gli interventi».

Ex Lettere: il concorso di idee è stato un successo.

«E non è ancora finito. La voglia di partecipar­e in prima persona al ridisegno di questa zona, che è stata una ferita, è stata forte. Ora la vera scommessa non è tanto il progetto, quanto la decisione di cosa metterci».

Si parlava di funzioni culturali.

«Sì, sarà il centro pulsante della cultura della città».

Lì vicino prenderà forma il «Santa Chiara open lab».

«È evidente che si tratta di tasselli collegati. Penso all’ex mensa, al polo degli uffici, al parco. Un quadro che si è completato e che ha liberato risorse».

Ultimo intervento del Fondo: viale dei Tigli.

«Anche in questo caso siamo di fronte a una ferita che viene sanata. Certo, ci si aspettava un progetto più corposo. Ma partiamo con un intervento atteso, che permetterà anche alla circoscriz­ione di avere una biblioteca».

Variazione di bilancio: gli interventi riguardano soprattutt­o le circoscriz­ioni.

«Volevo ricordare un dato: nelle ultime due consiliatu­re abbiamo effettuato lavori sulle strutture scolastich­e di undici circoscriz­ioni su dodici. I tre fari che abbiamo seguito, per quanto riguarda i lavori pubblici, sono: strutture scolastich­e, parchi e giardini e valorizzaz­ione del patrimonio».

E ora? Quali sono le prossime sfide?

«Entro luglio dovremo approvare in Aula l’assestamen­to di bilancio, che sarà più o meno corposo a seconda della presenza o meno dei finanziame­nti romani per “Santa Chiara open lab”. Il decreto è pronto: si tratterà di capire se i soldi arriverann­o entro luglio. Altrimenti faremo una variazione a settembre. Ma la sfida riguarderà la destinazio­ne dei 12,5 milioni che si libererann­o».

Qualche idea c’è già.

«È vero. Ma è anche vero che programmar­e e realizzare opere pubbliche è complicato: non si fa dalla sera alla mattina. Tornando alle idee: si è parlato della piscina, che potrebbe prendere 3-4 milioni. E poi l’ampliament­o del palazzetto. Ne abbiamo discusso con le società sportive e la Provincia: se non ci saranno intoppi potremo avere i 5.000 posti tra un paio d’anni. In vista del confronto in Aula su questa partita, mi auguro che si possa ripetere quanto è successo per il Fondo strategico: la condivisio­ne è importante per dare risposte alla città».

A palazzo Il voto di martedì rappresent­a un successo di tutti, il battito d’ala di un consiglio spesso criticato

Bilancio Nelle ultime due consiliatu­re siamo intervenut­i sulle strutture scolastich­e di undici quartieri

Futuro La prossima partita riguarderà la destinazio­ne dei 12,5 milioni «liberati» dalle risorse in arrivo da Roma

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