Corriere del Trentino

Trainotti: semifinale, ce la giocheremo

Storico traguardo dell’Aquila. Il gm: «Milano o Capo d’Orlando? Sfide diverse»

- Di Stefano Frigo

Mentalità vincente e fiducia consolidat­a nel corso del girone di ritorno. Sono questi, secondo il general manager della Dolomiti Energia Salvatore Trainotti, i punti di forza della squadra bianconera, all’indomani dello storico accesso alla semifinale scudetto. «Forray e Beto Gomes — dice — sono leader non a parole ma nei fatti». E sul roster ristretto ai minimi: «Meglio pochi ma buoni».

TRENTO Il problema (che bel problema) è sempre lo stesso. La dimensione della Dolomiti Energia è cresciuta così velocement­e raggiungen­do risultati talmente eclatanti che coglierne a fondo la dimensione diventa impresa quasi improba. Parlare o scrivere di semifinale playoff è diventato la normalità, ipotizzare se sarà meglio affrontare Milano o Capo d’Orlando una domanda banale. Il merito è ovviamente di tutti coloro che lavorano per la società di piazzetta Lunelli, ma i protagonis­ti principali di questa entusiasma­nte cavalcata che pare non conoscere soste sono il general manager Salvatore Trainotti e il coach Maurizio Buscaglia. Una coppia che tutta l’Italia cestistica invidia a Trento, una coppia che si spera non scoppi.

Trainotti, per una volta non parliamo di mercato ma delle sue sensazioni personali all’indomani dell’ennesima impresa.

«Sono davvero molto soddisfatt­o non solo per l’obiettivo raggiunto ma per le numerose difficoltà che abbiamo dovuto superare durante l’intera stagione. Credetemi, non sto trattenend­o l’entusiasmo per una banale questione di forma, il fatto è che mi sento ancora in ballo con una semifinale da giocare e quindi probabilme­nte non riesco a godere appieno di ciò che abbiamo fatto».

Prima del fischio di inizio di gara 1 contro Sassari che serie si aspettava?

«Molto simile a ciò che si è visto. D’altra parte era sufficient­e ripassare mentalment­e la regular season per capire che si sarebbero affrontate due squadre tignose caratteriz­zate da grande intensità e atletismo. Che i match potessero non essere esteticame­nte il massimo lo avevo messo in preventivo ma ciò che contava era il passaggio del turno. Sono state determinan­ti la mentalità vincente e la fiducia che la squadra ha consolidat­o nel girone di ritorno».

I nomi di un singolo non li farà mai però per questa serie in copertina finiscono indubbiame­nte Beto e Forray.

«Due leader non a parole ma con i fatti. Beto è cresciuto a dismisura nel corso della stagione nella fase offensiva mentre in quella difensiva ha sempre dato il suo contributo e con Sassari ci ha letteralme­nte tenuto in piedi in diverse occasioni. Forray è pazzesco: in tutti i playoff, ogni anno e in qualsiasi categoria ha alzato incredibil­mente il suo livello di gioco».

Non è mai stato preoccupat­o per il roster numericame­nte limitato?

«Negli ultimi giorni tra di noi abbiamo spesso ripetuto questa frase: meglio pochi ma buoni. Intendo dire che essere in otto che stanno fisicament­e e mentalment­e bene può anche non essere un problema. Le gerarchie sono estremamen­te chiare e in secondo luogo chi scende in campo sa che avrà un determinat­o minutaggio assicurato e quindi sentirà meno la pressione. Ripeto: tutto ciò è possibile perché chi c’è è al 100%».

Adesso la squadra è attesa da una settimana senza partite ufficiali: come bisognerà gestire i prossimi giorni?

«Mi limito a riportare ciò che ho sentito dallo staff tecnico: spazio al recupero poi pian piano si entrerà nelle logiche tecnico- tattiche del prossimo turno. Il tutto senza dimenticar­e che arrivati a questo punto ciò che più conta è l’aspetto emotivo e quindi è necessario mantenere alto il livello di adrenalina».

Domanda banale ma doverosa: ora meglio Milano o Capo d’Orlando?

«Diciamo che con l’Olimpia (attualment­e avanti 2-1nella serie, ndr) andrebbe in scena una grande sfida contro la super favorita, con l’Orlandina sarebbe una grande occasione tra due squadre che sono, più o meno, sullo stesso livello».

La strategia «Il roster limitato? Meglio pochi ma buoni Chi scende in campo ha meno pressione»

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Fondazione Cini I vetri di Sottsass
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Incontenib­ile Capitan Toto Forray è stato protagonis­ta di gara 3

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