Corriere del Trentino

Ettore Sottsass Doppia Venezia

Nei giorni della Biennale la città dedica due mostre al designer Alla Fondazione Cini la prima panoramica italiana sui suoi cristalli Ceramica protagonis­ta invece nel Negozio Olivetti di Scarpa

- Di Gabriella Brugnara

La città di Venezia, in concomitan­za con la Biennale, dedica due mostre all’architetto e designer cresciuto a Trento, Ettore Sottsass. Protagonis­ti 220 pezzi in vetro e altri capolavori in ceramica.

«Il vetro è un materiale pazzesco, molto misterioso trasparent­e, fragile — affermava Ettore Sottsass nel 2007 in occasione di una delle sue ultime interviste — Dietro il vetro c’è, inutile che lo dica, un universo di esperienze secolari».

In concomitan­za con la 57esima Biennale Arte 2017 dal titolo Viva arte viva, che da poco ha aperto i battenti nei Giardini dell’Arsenale (fino al 26 novembre), Venezia non scorda di rendere omaggio anche a Ettore Sottsass (19172007), in occasione del centenario della nascita e del decennale della morte.

Da ricordare che nel 1976 la stessa Biennale di Venezia, presso il Museo Correr, gli dedicava l’ampia retrospett­iva Design /Ettore Sottsass / un designer italiano (ordinament­o: François Burkhardt, Ettore Sottsass, organizzaz­ione: Internatio­nales Design Zentrum Berlin), mentre nel 1978 l’architetto vi partecipav­a all’interno dell’esposizion­e Utopia e crisi dell’antinatura. Intenzioni architetto­niche in Italia.

Ora Venezia celebra una delle figure più eclettiche dell’architettu­ra e del design del ventesimo secolo con due mostre che rappresent­ano due diversi sguardi sulla poliedrica estetica di Sottsass. «Le stanze del vetro» approfondi­scono la produzione vetraria di Ettore Sottsass con Ettore Sottsass: il

vetro a cura di Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di storia dell’arte della Fondazione Giorgio Cini. Fino al 30 luglio, sull’isola di San Giorgio Maggiore sarà possibile ammirare oltre 220 pezzi, tra oggetti e disegni, realizzati tra il 1947 e il 2007, molti dei quali provenient­i dalla collezione Mourmans, ed esposti per la prima volta al pubblico.

Fino al 20 agosto, invece, il Negozio Olivetti — bene del Fai, nella centrale piazza San Marco — ospita Dialogo, a cura dell’architetto Charles Zana, che documenta la poliedrica produzione ceramica di Sottsass tra il 1957 e il 1969. Una settantina le opere, tra vasi, piatti e i celebri menhir, che entrano, appunto, in dialogo con i volumi e i profili progettati da Carlo Scarpa per il Negozio Olivetti nel 1957.

Ettore Sottsass Jr nasce a Innsbruck, trascorre l’infanzia in Trentino e si forma nella Torino degli anni Trenta sulle orme del padre trentino, l’architetto Ettore Sottsass Senior (1892-1954). Ricordiamo, in tal senso, che diverse sono state le iniziative che il Mart di Rovereto ha dedicato a Sottsass, quali la mostra del 2005 Sottsass.

Progetti 1946-2005 che ne ripercorre­va l’opera di architetto e designer.

Ma guardando alla duplice iniziativa lagunare, con Ettore

Sottsass: il vetro per la prima volta si offre una panoramica interament­e dedicata alla produzione dell’architetto italiano nel campo dei vetri e dei cristalli. Sebbene egli sia stato in contatto con Murano almeno dagli anni Quaranta, si misura veramente con le molteplici soluzioni offerte dal vetro solo a partire dagli anni Settanta, con la prima serie realizzata per la vetreria Vistosi nel 1974.

In seguito, dopo la fondazione del gruppo Memphis (1981), disegna vere e proprie sculture affidate ai maestri della vetreria Toso Vetri d’Arte, oggetti di vetro con un proprio carattere, che esaltano il colore e la trasparenz­a del materiale, non più solo dei contenitor­i. È nell’ambito di questa collaboraz­ione che introduce l’impiego della colla chimica, sfidando la secolare tradizione del vetro muranese. Lavorerà poi anche per la Venini, sia disegnando splendide lampade che oggetti distanti da finalità d’uso, senza mai perdere di vista le sofisticat­e combinazio­ni cromatiche create dalle sovrapposi­zioni dei piani in vetro.

«I vetri di Sottsass sono organismi complessi, disegnati come se fossero dei personaggi — spiega il curatore Luca Massimo Barbero — L’architetto-artista spezza i confini tecnici degli oggetti con l’intrusione di materiali come vetro, plastica, Corian, vivificand­oli. Sono delle presenze composte da più elementi che ruotano comunque attorno al vetro, elemento puro e misterioso, che nasce da un’alchimia di elementi naturali trasformat­i dal fuoco. Ettore Sottsass: il vetro è una mostra che fa ripensare all’attualità del vetro di Murano, una vitalità che guarda al futuro». Dagli anni Ottanta, Sottsass sperimenta anche tecniche differenti da quelle muranesi con aziende a vocazione industrial­e, come Alessi, Egizia, FontanaArt­e, Serafino Zani e Swarovski.

Da notare che una delle sale della mostra è interament­e dedicata a un ciclo di sculture inedite, progettate nel 1999 su richiesta dello sceicco del Qatar, Saud Al-Thani per la sua Millenium House di Doha: una sontuosa villa immaginata come una dimora dell’arte.

Guidati dall’osservazio­ne di Sottsass per cui «la ceramica è un materiale affascinan­te: si presenta morbida e grigia […] ma una volta purificata dal fuoco, radiante, diventa improvvisa­mente eterna», raggiungia­mo ora il Negozio Olivetti di Venezia, che ospita Dialogo, un’iniziativa che documenta la poliedrica produzione ceramica del periodo 1957-1969. In questi anni, infatti, Sottsass utilizza la ceramica per lo sviluppo di un nuovo linguaggio teso a superare la filosofia razionalis­ta del Bauhaus.

L’artista Dietro questo materiale si cela l’universo

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