Una pedalata lunga seimila chilometri De Bertolini riparte
Il ricercatore: «La solitudine te la puoi permettere quando qualcuno ti aspetta a casa»
TRENTO «Oh strada aperta/tu mi esprimi meglio/di quanto non riesca io stesso». Chissà se Alessandro de Bertolini pensa a questi versi di Walt Whitman quando gira il mondo con la sua mountain bike. Trentino, classe 1979, de Bertolini è ricercatore presso la Fondazione museo storico del Trentino e firma storica del Corriere del Trentino. Da sempre appassionato di bicicletta, negli anni ha pedalato sulle strade di mezzo mondo (Alpi, Pirenei, Islanda, Patagonia, Alaska, Scandinavia, Nuova Zelanda, Kilimanjaro), scrivendo anche due libri sul tema: La traversata delle Alpi in bicicletta (2009) e — con Roberto Della Maria — Il giro della farfalla. Nove tappe e nove circuiti sulle terre di confine (2011), entrambi per Curcu & Genovese. Sempre un territorio di confine sarà la meta del suo prossimo viaggio, per il quale ha inaugurato il progetto e il blog Bike the History.
Alessandro, puoi raccontarci i particolari del tuo prossimo viaggio?
«Partirò giovedì prossimo da San Francisco e in circa due mesi e mezzo tenterò di percorrere in solitaria 6.000 chilometri in bicicletta attraverso il Nord America (California, Nevada, Arizona, New Mexico, Colorado, Wyoming, Montana, Canada) per una traversata delle Montagne Rocciose e dei grandi parchi. Ci tengo a precisare che non è un’impresa sportiva ma un piccolo progetto sportivo e culturale: la narrazione di un territorio, le Montagne Rocciose, attraverso i suoi aspetti naturalistici, culturali e storici. Per farlo, ho richiesto in blocco tutte le ferie non godute e ringrazio la Fondazione museo storico per avermele concesse. È un sogno, ho 38 anni, o lo faccio ora o non lo faccio più, ma se mia moglie Silvia, che conosco da più di vent’anni e con cui ho fatto tanti viaggi, mi avesse detto di no, non sarei partito».
Cosa ti aspetti da questo viaggio? Ti sei documentato?
«Non molto a dire il vero, solo lo stretto necessario per individuare la natura, la cultura e la storia dei posti in cui viaggerò e che cercherò di raccontare. Ma per il resto voglio che sia una continua scoperta. Sarà il periodo più lungo che passerò in giro da solo, farò degli incontri, magari conoscerò me stesso, magari mi chiederò continuamente cosa diamine ci faccio lì. L’importante sarà avere qualcuno a casa che mi aspetta, quello rende tale un viaggio, se non hai nessuno che ti aspetta o una casa dove tornare diventa vagabondaggio: “Non tutti si possono permettere la solitudine” diceva De Andrè».
Il viaggio sarà sponsorizzato da Montura, come è nata questa collaborazione?
«Sono andato da Roberto Bombarda, responsabile di Montura Editing, laureato in economia e in geografia per capirci, e gli ho detto semplicemente: «Raccontiamo un territorio pedalandoci sopra». Da qui è nata un’affinità e questo progetto giornalistico, sportivo e culturale, che prevede la realizzazione di periodiche clip audiovisive che realizzerò e invierò strada facendo, un libro – un diario di viaggio, una narrazione, niente di tecnico –, e un documentario; sia le clip che il documentario saranno curati dal regista Lorenzo Pevarello, con cui condivido il progetto. Montura è lo sponsor tecnico del mio viaggio, mi ha fornito tutto l’abbigliamento e l’attrezzatura, compresa una bici marchio Bmc; a breve Montura aprirà difatti un negozio di biciclette a Isera. Mi hanno sostenuto anche due aziende trentine: Saidea, che mi ha fornito le apparecchiature per garantirmi una connessione telefonica-internet costante durante il viaggio, e Real Web, che ha creato il sito bikethehistory.com, dove verranno caricati quasi in tempo reale gli aggiornamenti del viaggio e le clip».
La bicicletta per te rimane «il più bel modo di girare il mondo»?
«Sì, è un bel modo per vivere soprattutto la montagna, a seconda delle possibilità e delle condizioni fisiche. L’avventura c’è sempre, dalla scalata del Monte Evans alla scampagnata sulle rive del Garda o sulle Viote del Bondone, l’importante è lo spirito del viaggio».
L’impresa Si tratta di un progetto sportivo e culturale che si potrà seguire sul blog Bike the History
Ho messo insieme tutte le ferie arretrate Mi sono detto, o ora, o mai più