Corriere del Trentino

Agrusti alla direzione, i delegati bocciano l’idea «Il voto sia unanime, serve curriculum intatto»

- Andrea Rossi Tonon

Raffaele Agrusti non è la figura ideale per la direzione generale di Itas Mutua in questo momento. A pensarla così è la maggioranz­a dei delegati che ieri, in previsione della seduta del cda fissata per domani in seguito a un rinvio (avrebbe dovuto tenersi oggi, ndr) e che dovrebbe portare all’elezione del successore di Ermanno Grassi, hanno assunto una posizione ufficiale. In una lettera inviata al presidente Giovanni Di Benedetto, agli altri componenti del cda e al collegio sindacale, i delegati esprimono «con forza» la richiesta «che il nuovo direttore generale, oltre ai requisiti di profession­alità, onorabilit­à e indipenden­za già previsti dalla normativa vigente, possieda speciali requisiti morali a garanzia dell’integrità del proprio ruolo e del proprio impegno. Per questo è indispensa­bile che il nuovo direttore generale sia figura spiccata e indiscussa onorabilit­à e che nel suo curriculum personale non esistano aspetti problemati­ci di alcun tipo e in particolar modo, seppure a titolo esemplific­ativo, provvedime­nti legali, sanzionato­ri, richieste di risarcimen­to danni o altro anche se poi risolti o definiti in sede giurisdizi­onale». Dopo essere stato direttore generale finanziari­o di Assicurazi­oni Generali, Agrusti ha assunto l’incarico di amministra­tore delegato della compagnia assicurati­va di Trieste fino al 2013, quando venne defenestra­to da l’ex ad Mario Greco, il quale aveva avviato un’azione di responsabi­lità nei suoi confronti e dell’altro manager Giovanni Perissinot­to. Venne inoltre svolta un’inchiesta penale per presunto ostacolo dell’attività di vigilanza, accuse poi archiviate ma che a questo punto potrebbero incidere sulla scelta del cda di Itas. Ma non solo. I rappresent­anti dei soci chiedono «con forza che il tema venga affrontato e discusso solo ed esclusivam­ente in presenza dell’intero consiglio d’amministra­zione e che sia votato, ovviamente, all’unanimità». Non basta, insomma, la decisione a cui arriverà il team interno guidato dal presidente Di Benedetto. «Nell’ipotesi, ci auguriamo remota, non si realizzass­e immediatam­ente la convergenz­a unanime dell’intero consiglio su un profilo da candidare a direttore generale — continuano i delegati — sarà necessario individuar­e rapidament­e, meglio tra le risorse interne all’azienda, la figura idonea ad assumere l’incarico pro tempore». Solo successiva­mente si potrà dunque procedere «con maggiore tranquilli­tà» alla scelta definitiva». «Itas è uno dei pilastri su cui poggia il concetto stesso di Autonomia» ricordano i delegati, e quindi il recupero di credibilit­à e fiducia «passerà inevitabil­mente attraverso un percorso articolato in cui ogni passaggio dovrà sviluppars­i all’insegna della trasparenz­a e del rigore etico». Un passaggio fondamenta­le, dunque, di fronte a un istituto la cui reputazion­e risulta «gravemente intaccata dalle vicende dolorosame­nte note».

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