Agrusti alla direzione, i delegati bocciano l’idea «Il voto sia unanime, serve curriculum intatto»
Raffaele Agrusti non è la figura ideale per la direzione generale di Itas Mutua in questo momento. A pensarla così è la maggioranza dei delegati che ieri, in previsione della seduta del cda fissata per domani in seguito a un rinvio (avrebbe dovuto tenersi oggi, ndr) e che dovrebbe portare all’elezione del successore di Ermanno Grassi, hanno assunto una posizione ufficiale. In una lettera inviata al presidente Giovanni Di Benedetto, agli altri componenti del cda e al collegio sindacale, i delegati esprimono «con forza» la richiesta «che il nuovo direttore generale, oltre ai requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza già previsti dalla normativa vigente, possieda speciali requisiti morali a garanzia dell’integrità del proprio ruolo e del proprio impegno. Per questo è indispensabile che il nuovo direttore generale sia figura spiccata e indiscussa onorabilità e che nel suo curriculum personale non esistano aspetti problematici di alcun tipo e in particolar modo, seppure a titolo esemplificativo, provvedimenti legali, sanzionatori, richieste di risarcimento danni o altro anche se poi risolti o definiti in sede giurisdizionale». Dopo essere stato direttore generale finanziario di Assicurazioni Generali, Agrusti ha assunto l’incarico di amministratore delegato della compagnia assicurativa di Trieste fino al 2013, quando venne defenestrato da l’ex ad Mario Greco, il quale aveva avviato un’azione di responsabilità nei suoi confronti e dell’altro manager Giovanni Perissinotto. Venne inoltre svolta un’inchiesta penale per presunto ostacolo dell’attività di vigilanza, accuse poi archiviate ma che a questo punto potrebbero incidere sulla scelta del cda di Itas. Ma non solo. I rappresentanti dei soci chiedono «con forza che il tema venga affrontato e discusso solo ed esclusivamente in presenza dell’intero consiglio d’amministrazione e che sia votato, ovviamente, all’unanimità». Non basta, insomma, la decisione a cui arriverà il team interno guidato dal presidente Di Benedetto. «Nell’ipotesi, ci auguriamo remota, non si realizzasse immediatamente la convergenza unanime dell’intero consiglio su un profilo da candidare a direttore generale — continuano i delegati — sarà necessario individuare rapidamente, meglio tra le risorse interne all’azienda, la figura idonea ad assumere l’incarico pro tempore». Solo successivamente si potrà dunque procedere «con maggiore tranquillità» alla scelta definitiva». «Itas è uno dei pilastri su cui poggia il concetto stesso di Autonomia» ricordano i delegati, e quindi il recupero di credibilità e fiducia «passerà inevitabilmente attraverso un percorso articolato in cui ogni passaggio dovrà svilupparsi all’insegna della trasparenza e del rigore etico». Un passaggio fondamentale, dunque, di fronte a un istituto la cui reputazione risulta «gravemente intaccata dalle vicende dolorosamente note».