SPORT TRENTINO IN BUONA SALUTE IL NUOVO STADIO È UNA NECESSITÀ
Non conosco personalmente Mauro Giacca, presidente del rinato Calcio Trento. L’intervista apparsa sul Corriere del Trentino di domenica scorsa mi dice però che ha idee chiare. Non è insomma uno sbruffone che parla a vuoto. L’idea di costruire un nuovo stadio per la città di Trento è da sostenere. Non dovrà essere una cattedrale da 30.000 posti come ho letto recentemente: una struttura da 10-15.000 posti potrebbe essere sufficiente anche per ospitare eventi che vanno oltre il calcio. Pure la zona di Mattarello trova la mia approvazione. Il dubbio semmai è come arrivare a fare interagire pubblico e privato. Perché questo è il punto chiave per realizzare il nuovo stadio. Il presidente aquilotto Giacca, nell’intervista, afferma che la realizzazione di un centro commerciale dovrebbe essere la calamita per attirare gli investitori. Ma come la mettiamo con la recente delibera della giunta provinciale che chiude alle zone commerciali sopra i 10.000 metri quadrati? Si dovrà andare in deroga? Facendo così, non si correrebbe il rischio di creare un pericoloso precedente? Sono tutti dubbi ai quali magari i nostri amministratori hanno già trovato una pronta soluzione. Comunque sia, dobbiamo partire da un presupposto: il Briamasco deve lasciare via Sanseverino. Come in tutte le aziende ci sono operatori di altissima professionalità, e sensibilità, e altri che fanno rabbrividire. Quello che rimane un problema endemico sono le liste di attesa (ecco il tormentone). Un esempio. Spostata oculistica a Rovereto a Trento rimangono gli ambulatori, ma sono evidentemente sottodimensionati. Per un Oct bisogna aspettare fino a gennaio e la scelta della visita oculistica con uno specifico dottore vai per mancanza di spazio, non per cronologia, forse a febbraio. È solo un esempio ma credo che non esista trentino che non possa accodarsi a una tale riflessione per altre patologie. Non ci si deve lamentare quindi per l’esodo fuori provincia. Pare che a Bolzano vogliano seriamente prendere in mano la situazione. A Trento è un discorso ricorrente e tra poco verrà riesumato, vista la scadenza elettorale, intanto si tende a decurtare il personale sanitario per risparmiare. Nessuno che voglia risparmiare sui vitalizi, meglio sulla sanità. Battuta banale, logora e probabilmente ingenerosa per certi versi, ma certamente realistica.
Rita Grisenti,