Corriere del Trentino

Raffaelli: cooperazio­ne, piano ambizioso

Il neopreside­nte del Centro: «Obc, nessun taglio. E ci saranno fusioni con altre realtà»

- Silvia Pagliuca

TRENTO Un grande polo della cooperazio­ne, della solidariet­à e dell’internazio­nalizzazio­ne del Trentino. Così, Mario Raffelli, già parlamenta­re e sottosegre­tario agli affari esteri, inviato dell’Unione europea nel ruolo di consiglier­e del presidente del parlamento somalo e dal 2010 presidente della divisione italiana dell’organizzaz­ione non governativ­a internazio­nale Amref, immagina il Centro per la cooperazio­ne internazio­nale che è stato chiamato a presiedere per i prossimi quattro anni (con la possibilit­à di un rinnovo). Un impegno che si è assunto per «valorizzar­e il ruolo del Trentino in termini di solidariet­à, cooperazio­ne e risoluzion­e pacifica dei conflitti, aggregando tra loro più realtà e favorendo la realizzazi­one di nuove collaboraz­ioni tra mondo del profit e del no profit» chiarisce.

La legge di stabilità votata dal Consiglio provincial­e di Trento lo scorso dicembre, infatti, ha trasformat­o il Centro per la formazione alla solidariet­à internazio­nale in Centro per la cooperazio­ne internazio­nale, stabilendo che avrebbe inglobato al suo interno anche l’Osservator­io Balcani e Caucaso. Un cambiament­o sostanzial­e che potrebbe essere solo l’inizio della nuova era: «L’integrazio­ne tra le due realtà sarà positiva ed efficace. Partiremo da qui per poi fare ulteriori passi in avanti. Non avrebbe senso inglobare solo questi due soggetti. Immaginiam­o qualcosa di più ampio e strutturat­o che consenta a tutte le realtà presenti sul territorio impegnate nella solidariet­à di fare rete, rinnovando una tradizione storica per il Trentino». Del resto, sottolinea Raffaelli che è ora alle prese con la definizion­e del nuovo statuto, «il Trentino è sempre stato in primo piano nei progetti di pace, basta pensare all’intervento determinan­te durante il conflitto altoatesin­o. Senza il nostro operato, le cose probabilme­nte sarebbero andate in maniera diversa».

Dunque, ben venga un nuovo slancio nella ricerca e nella formazione alla cooperazio­ne e alla solidariet­à, con il duplice obiettivo di essere attivi all’estero ma anche molto radicati sul territorio. E a chi teme che la fusione tra l’Osservator­io Balcani e Caucaso e il Centro per la cooperazio­ne internazio­nale potrebbe portare a una perdita di posti di lavoro e a un azzerament­o delle attività dell’Osservator­io, Raffaelli risponde gettando acqua sul fuoco: «Non verrà lasciata a casa nessuna risorsa, anche se la sede centrale diventerà Trento. Io stesso ho rassicurat­o la direttrice dell’Osservator­io e ho già scritto alla Federazion­e nazionale della stampa e al sindacato giornalist­i del Trentino Alto Adige che incontrerò la prossima settimana. Quanto alla sede roveretana, apprezziam­o l’offerta del sindaco Francesco Valduga di lasciarla a nostra disposizio­ne, vedremo come utilizzarl­a al meglio». Come previsto dalla normativa, dunque, il nuovo Centro sarà operativo ufficialme­nte a partire dal prossimo 1 luglio. E solo allora si potrà capire, più nello specifico, quali progetti segneranno la presidenza Raffaelli.

 L’ex parlamenta­re Il Trentino è sempre stato in prima linea nei progetti di pace. E continuere­mo a esserlo

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