Raffaelli: cooperazione, piano ambizioso
Il neopresidente del Centro: «Obc, nessun taglio. E ci saranno fusioni con altre realtà»
TRENTO Un grande polo della cooperazione, della solidarietà e dell’internazionalizzazione del Trentino. Così, Mario Raffelli, già parlamentare e sottosegretario agli affari esteri, inviato dell’Unione europea nel ruolo di consigliere del presidente del parlamento somalo e dal 2010 presidente della divisione italiana dell’organizzazione non governativa internazionale Amref, immagina il Centro per la cooperazione internazionale che è stato chiamato a presiedere per i prossimi quattro anni (con la possibilità di un rinnovo). Un impegno che si è assunto per «valorizzare il ruolo del Trentino in termini di solidarietà, cooperazione e risoluzione pacifica dei conflitti, aggregando tra loro più realtà e favorendo la realizzazione di nuove collaborazioni tra mondo del profit e del no profit» chiarisce.
La legge di stabilità votata dal Consiglio provinciale di Trento lo scorso dicembre, infatti, ha trasformato il Centro per la formazione alla solidarietà internazionale in Centro per la cooperazione internazionale, stabilendo che avrebbe inglobato al suo interno anche l’Osservatorio Balcani e Caucaso. Un cambiamento sostanziale che potrebbe essere solo l’inizio della nuova era: «L’integrazione tra le due realtà sarà positiva ed efficace. Partiremo da qui per poi fare ulteriori passi in avanti. Non avrebbe senso inglobare solo questi due soggetti. Immaginiamo qualcosa di più ampio e strutturato che consenta a tutte le realtà presenti sul territorio impegnate nella solidarietà di fare rete, rinnovando una tradizione storica per il Trentino». Del resto, sottolinea Raffaelli che è ora alle prese con la definizione del nuovo statuto, «il Trentino è sempre stato in primo piano nei progetti di pace, basta pensare all’intervento determinante durante il conflitto altoatesino. Senza il nostro operato, le cose probabilmente sarebbero andate in maniera diversa».
Dunque, ben venga un nuovo slancio nella ricerca e nella formazione alla cooperazione e alla solidarietà, con il duplice obiettivo di essere attivi all’estero ma anche molto radicati sul territorio. E a chi teme che la fusione tra l’Osservatorio Balcani e Caucaso e il Centro per la cooperazione internazionale potrebbe portare a una perdita di posti di lavoro e a un azzeramento delle attività dell’Osservatorio, Raffaelli risponde gettando acqua sul fuoco: «Non verrà lasciata a casa nessuna risorsa, anche se la sede centrale diventerà Trento. Io stesso ho rassicurato la direttrice dell’Osservatorio e ho già scritto alla Federazione nazionale della stampa e al sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige che incontrerò la prossima settimana. Quanto alla sede roveretana, apprezziamo l’offerta del sindaco Francesco Valduga di lasciarla a nostra disposizione, vedremo come utilizzarla al meglio». Come previsto dalla normativa, dunque, il nuovo Centro sarà operativo ufficialmente a partire dal prossimo 1 luglio. E solo allora si potrà capire, più nello specifico, quali progetti segneranno la presidenza Raffaelli.
L’ex parlamentare Il Trentino è sempre stato in prima linea nei progetti di pace. E continueremo a esserlo