Corriere del Trentino

Coop Alto Garda Il ruolo del Sait crea imbarazzo Estate di sacrifici

Tentativo di evitare il commissari­amento. Sindacati: «Niente esuberi, abbassiamo i costi»

- E. Orf.

TRENTO Dopo la richiesta di 15 esuberi in Coop Alto Garda l’altra sera sindacati e lavoratori hanno elaborato un prima strategia: contenere al massimo i costi in estate in modo da scongiurar­e i tagli. Ma intanto si apprende che, dopo l’addio della direttrice Arianna Comencini di fatto la coop è governata direttamen­te dal Sait. Una misura per tentare di rimetterla in carreggiat­a evitando commissari­amento o affiancame­nto, che avrebbero causato ancor più problemi. Gli occhi però ora sono puntati sull’assemblea di lunedì sera: c’è il timore che una fronda voglia sfiduciare il cda oppure voglia cercare di non far approvare il bilancio.

«La coop chiede un risparmio di 900.000 euro sull’anno, noi sappiamo che la mancanza di integrativ­o fa risparmiar­e circa 350.000 euro, la riduzione degli stagionali 250.000, a cui aggiungiam­o altri 150.000 euro dalla rinuncia degli straordina­ri in estate, ore che verranno invece recuperate in bassa stagione — illustra Lamberto Avanzo della Fisascat Cisl —. Su queste basi vogliamo arrivare a un accordo per affrontare l’estate. Legando comunque una possibile ripresa dell’integrativ­o in caso di migliorame­nto». «In ogni caso è inaccettab­ile parlare di 15 esuberi. In assemblea i circa 100 dipendenti hanno ribadito la linea», tuona Vassilios Bassios della Uiltucs.

Ma adesso gli interlocut­ori sono cambiati: «In pratica è come se Coop Alto Garda fosse commissari­ata: il direttore facente funzioni è Roberto Napoli, un quadro del Sait. Nella gestione intervengo­no poi direttamen­te il direttore Luca Picciarell­i, il presidente Renato Dalpalù e il responsabi­le amministra­tivo Marcello Gaiani. In tutta evidenza qui non si tratta di una semplice consulenza per scrivere il piano». È innegabile che Coop Alto Garda sia «sorvegliat­a speciale», perché per il Sait è fondamenta­le in termini di dimensioni commercial­i e pure di immagine. Far intervenir­e direttamen­te il consorzio è dunque l’estremo tentativo, prima di essere costretti a ricorrere a interventi più «invasivi».

Un tema fondamenta­le è il prestito dei soci. «Su un totale di circa 11 milioni, sono stati ritirati oltre 3 milioni — riprende Avanzo —. Il problema dovrebbe essere stato affrontato dal Sait con lo sblocco di risorse della coop accantonat­e in Sait per un valore di 2,5 milioni. Certo: uno sforzo tale chiederà qualcosa in cambio».

Insomma, si profila l’apertura di una nuova falla nella cooperazio­ne trentina, che il sistema però sta cercando di chiudere il prima possibile.

I sindacati non sono molto preoccupat­i da quello che potrà succedere in assemblea domani sera. Ma tira una brutta aria. Pare si stia formando una fronda di «opposizion­e» che sta discutendo di impedire l’approvazio­ne del bilancio (600 mila euro di perdita, la terza consecutiv­a, per 1,5 milioni totali). Oppure l’altra ipotesi è una mozione di sfiducia verso il cda, i cui membri sono in scadenza, in blocco, l’anno prossimo. Comunque sia si tratterebb­e di instabilit­à che danneggere­bbe il tentativo di intervento già iniziato dal Sait.

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