Corriere del Trentino

Ghiacciai, l’agonia del Careser Più che dimezzato in 27 anni «Situazione di sofferenza»

- Ma. Gio.

Trenti È come se le nostre montagne si fossero abbassate di 300 metri, portandosi a un livello più mite

Il caso più preoccupan­te, in Trentino, riguarda il ghiacciaio del Careser. I cui dati (e le cui immagini) fanno davvero riflettere: dal 1988 al 2015 la sua estensione è passata da 4,2 a 1,4 chilometri quadrati. Con un volto attuale «frammentat­o in sei pezzi». «Il Careser sta soffrendo più di altri ghiacciai» ha spiegato ieri mattina a Malè Alberto Trenti, direttore di Meteotrent­ino, al quale è spettato il compito di disegnare il quadro provincial­e alla luce dei cambiament­i climatici in atto. Non solo sul fronte dei ghiacciai, in realtà. Anche se proprio dalle alte quote arrivano le notizie più preoccupan­ti. «Lo spessore del ghiaccio perso in Presanella dal 2003 al 2013 è stato di 36 metri» ha spiegato ancora Trenti. Che ha poi puntato l’attenzione sull’andamento delle temperatur­e, delle precipitaz­ioni e della neve. «Per quanto riguarda le temperatur­e — ha detto il direttore di Meteotrent­ino — dalla fine degli anni Ottanta in poi si registrano solo annate con valori superiori alla media. E le tre annate più calde si registrano negli ultimi cinque anni». Con un fenomeno che si ricollega alla salute dei ghiacciai: «L’effetto del riscaldame­nto si fa sentire di più in alto».

Va meglio sul fronte delle precipitaz­ioni, con un incremento negli ultimi trent’anni e un 2014 segnalato come l’anno più piovoso. Mentre per quanto riguarda la neve il trend mostra un calo dopo «l’abbondanza degli anni Cinquanta» e una ripresa dagli anni Novanta in poi (con delle «annate significat­ive» come il 2004, il 2009, il 2013 e il 2014). Con un aspetto non secondario. Anzi, due. Primo: a causa dell’innalzamen­to delle temperatur­e, la durata dell’innevament­o ha subito una leggera riduzione. Secondo: a Trento città la neve ormai si vede a fatica. Le temperatur­e, sotto una certa quota, di fatto rendono le precipitaz­ioni nevose una sorta di rarità.

La sintesi finale del direttore di Meteotrent­ino ha mostrato bene la situazione: «È come se le montagne trentine si fossero abbassate di duetrecent­o metri, portandosi in una fascia più mite».

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