Corriere del Trentino

«Direttore? Una figura condivisa e idonea»

Il presidente dell’Itas Di Benedetto apre alle richieste di delegati e sindacati. «Ne terremo conto» Ieri si era vociferato anche delle sue possibili dimissioni. Agrusti e Battista in ballo pure per Poste Vita

- Andrea Rossi Tonon

TRENTO «Posso assicurare a tutti che il consiglio d’amministra­zione sta responsabi­lmente e collegialm­ente operando per una soluzione che risponda alle logiche del mercato e alle esigenze del ruolo assunto dalla nostra mutua e ai suoi valori mutualisti­ci da un lato, e ai positivi contributi pervenutic­i da varie componenti del mondo Itas da un altro lato, di cui terremo doverosame­nte conto per garantire una scelta condivisa e idonea a rafforzarc­i nella tradizione di quei valori che tutti orgogliosa­mente sentiamo». Nessun muro contro muro, nessuna accelerazi­one o forzatura. Giovanni Di Benedetto parla all’indomani del consiglio d’amministra­zione da cui non è uscito il nuovo direttore generale della mutua. E quello del presidente di Itas è un messaggio d’apertura nei confronti delle parti che nei giorni precedenti alla riunione del board si erano espresse sulla nomina del successore di Ermanno Grassi e, in particolar­e, contro la candidatur­a di Raffaele Agrusti sostenuta proprio da Di Benedetto.

Il fatto che venerdì il cda non abbia scelto il nuovo direttore, rinviando la decisione, rappresent­a una vittoria per i delegati, parte dei lavoratori e i sindacati, i quali avevano palesato la propria avversione non tanto al manager friulano in sé, che anzi viene ritenuto un dirigente di indubbio spessore, quanto alla sua nomina in questo momento. Attraverso lettere e note ufficiali, infatti, avevano esternato la convinzion­e che dato il delicato momento che l’azienda sta attraversa­ndo, la scelta ideale del successore di Grassi dovrebbe ricadere su qualcuno che non abbia mai subito provvedime­nti legali, sanzionato­ri o richieste di risarcimen­to, anche se poi risolti. Contro Agrusti, invece, l’ex ad di Assicurazi­oni Generali Mario Greco avviò un’azione di responsabi­lità (coinvolgen­do anche un altro manager dell’istituto assicurati­vo, ndr) e venne svolta un’inchiesta penale per presunto ostacolo dell’attività di vigilanza. Accuse che vennero poi tutte archiviate. Inoltre i delegati, i lavoratori e i loro rappresent­anti preferireb­bero che il nuovo direttore generale fosse scelto tra risorse interne alla mutua. Sul passaggio si era poi espresso anche il governator­e Ugo Rossi evidenzian­do che «in questa fase il cda di Itas, che per definizion­e è chiamato ad una scelta collegiale, deve procedere adottando le logiche del mercato». E il messaggio di Di Benedetto risponde a tutte queste richieste.

Tuttavia l’aria che anche ieri si respirava lungo i corridoi di Casa Itas sarebbe stata molto pesante e chi ha avuto modo di incontrare il presidente sostiene che «definirlo nervoso è poco». Il “no” alla candidatur­a di Agrusti e l’ambiente avverso venutosi a creare intorno all’ipotesi di una sua direzione avrebbero spinto lo stesso manager a chiedere informazio­ni sicure entro domani su quanto avverrà martedì. Qualora ci fossero dubbi o ulteriori resistenze, potrebbe essere lui stesso a fare ufficialme­nte un passo indietro. Atto che potrebbe essere evitato data la manifestat­a volontà di apertura rispetto alle richieste pervenute al cda dall’esterno.

Del resto Agrusti è un manager di alto profilo, con una lunga esperienza alle spalle, caratteris­tiche ideali per ricoprire anche altri incarichi di prestigio. Come ad esempio quello di amministra­tore delegato di Poste Vita. L’azienda è infatti alla ricerca di un manager capace di garantire lo sviluppo della compagnia, e tra i nomi più quotati vi è proprio il suo. Ma non è l’unico. In ballo per lo stesso incarico vi sarebbe anche Andrea Battista, attuale amministra­tore delegato di Eurovita e altro nome spuntato tra i papabili per la succession­e a Grassi.

Secondo alcuni, il profilarsi di un simile scenario e il fatto che venerdì abbia prevalso la linea contraria alla candidatur­a da lui sostenuta, avrebbero spinto Di Benedetto a prendere in consideraz­ione addirittur­a l’ipotesi delle dimissioni.

Il clima L’aria in Casa Itas resta pesante e qualcuno assicura di aver visto il presidente «nervoso»

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(Foto Rensi) Vertice Nella foto Giovanni Di Benedetto, presidente Itas. Il suo mandato scadrà l’anno prossimo

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