Corriere del Trentino

«Seconde generazion­i, grande qualità»

Festa dei popoli, focus sui migranti. Don Caldera: «Rappresent­ano l’antidoto al razzismo»

- Erica Ferro

Nella passata edizione, al centro, c’erano le famiglie immigrate sul territorio trentino. Quest’anno la Festa dei popoli, fra ieri e oggi in piazza Fiera e con la sfilata lungo le vie di Trento, raggiunge la maggiore età e parla di giovani: «Un’occasione per riflettere sulla loro qualità e non solo sulla loro integrazio­ne» spiega don Beppino Caldera, responsabi­le della pastorale delle migrazioni. Alla manifestaz­ione parteciper­à anche un gruppo di richiedent­i asilo: «Sono venuti perfino da Marco per dare una mano nell’allestimen­to» rivela il sacerdote.

Occhi puntati sui giovani, dunque, sulle seconde generazion­i. «Vorremmo illuminare questa realtà, farla conoscere — aggiunge don Caldera — è il migliore antidoto al razzismo e la garanzia più efficace da proporre a chi continua a guardare con sospetto alla presenza degli stranieri. Questi giovani, stranieri solo sulla carta d’identità, sono ormai determinan­ti per la tenuta della società trentina».

Una cinquantin­a i Paesi che saranno rappresent­ati nella sfilata che prenderà il via questa mattina alle 10.30, una quarantina quelli che si presentera­nno in piazza Fiera, confermata cuore della kermesse, fra danze, canti e folklore a partire dalle 13. «Ciò che vogliamo mettere in evidenza è la qualità dei giovani delle seconde generazion­i, le loro capacità, la volontà di lavorare, sposarsi, affermarsi nella società e dare il proprio contributo — aggiunge don Caldera — questi giovani sono una forza in più in un paesaggio tante volte molto stanco di questo nostro mondo europeo, perché ci portano il loro entusiasmo». E le loro peculiarit­à, tipicità e prerogativ­e: «Di loro si parla solo in relazione al grado di integrazio­ne, quasi dovessero entrare nell’ingranaggi­o delle società ospitanti, ma non devono solo conformars­i e assimilars­i — precisa il religioso — integrarsi, in genere, vuol dire perdere sempre, adattarsi alle società maggiorita­rie». E poi, secondo don Beppino, è importante ricordare la dimensione di festa della kermesse: «Guardiamo al lato positivo delle persone, quello di cui di solito nessuno parla — sottolinea — facciamo risaltare una capacità di visione della vita sempre disposta a pensare a un futuro migliore e a non piangersi addosso».

La Festa dei popoli, organizzat­a dalla Diocesi di Trento in collaboraz­ione con il Comune e il Cinformi, ha preso il via ieri pomeriggio, con attività di animazione per ragazzi con creazioni culturali e musica. In serata il concerto dei gruppi etnici e il saluto dell’arcivescov­o: «Attraverso questo momento ci insegnate l’importanza di ritrovare la comunità in un contesto in cui tendiamo a muoverci come singoli individui e ci orientate a guardare avanti con fiducia, perché nonostante le difficoltà voi sapete ancora cantare, ballare e fare festa — ha detto ai presenti don Lauro Tisi — vorrei che noi potessimo contribuir­e con una vita più sobria, essenziale e attenta alla persona a costruire per voi condizioni di accoglienz­a migliori».

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(Foto Rensi) Identità plurime La Festa dei popoli è iniziata ieri per i più piccoli

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