TRENTINO E FILM COMMISSION IL GIOCO VALE LA CANDELA
Se dovesse corrispondere al vero quanto ho letto sul Corriere del Trentino di martedì in merito agli stanziamenti pubblici per film e fiction da girare sul nostro territorio, la questione si farebbe alquanto preoccupante. Settecentomila euro dati per realizzare sei lungometraggi e due documentari mi sembrano eccessivi. Nel momento attuale, poi, quando si deve risparmiare per racimolare risorse da girare a cose più importanti. Nulla contro il cinema, ma non vedo perché bisogna metterci soldi pubblici. Non lo trovo strategico. Non si sanno come spendere i soldi? Bene, abbiamo disoccupati da aiutare, imprese da sostenere, liste d’attesa nella sanità da rendere più flessibili, case di riposo da costruire. E potrei andare avanti. Faccio fatica pertanto a guardare con occhi positivi la scelta di investire nel campo cinematografico. Magari tra qualche anno si potrà tornare ad avere maggiori possibilità di spesa, ma sino a quel momento ci vuole massima oculatezza nel gestire al meglio il portafoglio della nostra autonomia. Roberta Mariotti, TRENTO
Gentile signora Mariotti,
Prima di tutto voglio tranquillizzarla: ciò che ha letto in merito ai finanziamenti stanziati dalla Film Commission per progetti cinematografici corrisponde al vero. Del resto, pur commettendo errori tutti i giorni, prima di pubblicare le notizie facciamo i necessari approfondimenti. Per quanto riguarda poi il contenuto della sua lettera, sono in disaccordo. Non è che possiamo continuare a raccontarci la storia della crisi: il rischio è che alla fine diventi un alibi per non fare alcunché. Facile amministrare quando hai la cassaforte piena, più complicato farlo quando devi centellinare fino all’ultimo euro. Si devono fare delle scelte. Può essere che lavoro e sanità, priorità assolute, possano benissimo accompagnarsi con il cinema, senza che ciò significhi calare le risorse. All’origine di tutto c’è una domanda da porsi: sostenere il lavoro della Film Commission può portare dei vantaggi al Trentino? Lei dice di no, io dico di sì. Se avesse letto con occhi meno prevenuti l’articolo del nostro Stefano Voltolini, avrebbe colto un passaggio che giudico importante. Il contributo pubblico stanziato a favore di film e documentari è di 700.000 euro. Ma attenzione, tale finanziamento corrisponde a un indotto dato dalle produzioni di 2 milioni e 200.000 euro, con un rientro del 310% a beneficio del territorio. Questi i numeri che mi portano a vedere nel settore cinematografico un potenziale veicolo economico da sfruttare, senza compromettere i settori strategici. Il gioco, quindi, vale la candela; va condotto con serietà e nella massima trasparenza.