Ccb e Iccrea, stress test «europei»
Gli Aqr finora sono stati applicati solo alle grandi banche. Entro l’anno tocca a Bcc e Cr Bce e Bankitalia al lavoro per decidere le modalità. Zampiccoli: «Non è una sorpresa»
Nel lungo percorso che porterà al compimento della riforma del credito cooperativo, nella seconda parte del 2017 (o inizio 2018) le Bcc dovranno sottoporsi agli stress test relativi alla qualità del credito, in vista della costituzione dei due gruppi nazionali di Ccb e Iccrea e di quello provinciale delle Raiffeisen altoatesine. Si tratta degli stress test che finora la Bce ha applicato ai bilanci delle 128 maggiori banche europee. Un tema che a Trento sarà probabilmente discusso nell’assemblea di Cassa centrale banca in agenda per martedì.
Come riporta il Sole 24 ore, la Banca d’Italia, su indicazione della Banca centrale europea, sta organizzando un esame sulla qualità del credito in vista della costituzione dei gruppi, basandosi sull’Aqr, acronimo per «asset quality review». Una volta costituiti, i gruppi passeranno sotto il controllo della Bce (almeno Iccrea e Cassa centrale banca) quindi questo tipo di verifica serve a valutarne l’effettiva stabilità.
Da Ccb fanno sapere che questo tipo di verifica era atteso già dallo scorso dicembre: c’è una certa tranquillità dato che i parametri risultano già di qualità, caso mai sarà un ulteriore incentivo per la politica di accorpamento degli istituti. Sicuramente non sarà un esame facile da affrontare, ma viene visto come una medicina necessaria.
Due le questioni aperte. Le ispezioni potrebbero avvenire in primis a livello aggregato,con focus successivi sulle situazioni più complicate. Però a quanto pare il Fondo monetario internazionale avrebbe intenzione di estendere i controlli a ogni singola banca, fatto che allungherebbe i tempi. «È vero che per noi è una novità — dice Enzo Zampiccoli, presidente della Cr Alto Garda —, ma non è una sorpresa, è un percorso che accompagna la costituzione dei gruppi. Noi abbiamo appena superato l’ispezione di Bankitalia, per cui sulla qualità del credito siamo tranquilli. Ma stiamo andando verso la costituzione dei gruppi nazionali, che saranno sottoposti al controllore europeo. Quando nasceranno il mondo del credito cooperativo cambierà parecchio. Il modo di pensare, in cui ognuno bada al proprio orticello, dovrà essere abbandonato. Il mondo va avanti e noi dobbiamo cavalcare l’onda».
Alcuni osservatori però sostengono che gli stress test targati Bce (primo approccio con il controllore europeo per Trento, mentre Iccrea ha già ricevuto le attenzioni Bce) rappresenteranno un ulteriore giro di vite, come se si volesse arrivare di fatto al modello Crédit Agricole (con i singoli istituti che non hanno più la licenza bancaria), nonostante la legge di riforma permetta l’esistenza di più gruppi.
Non bastasse a gennaio è in programma l’entrata in vigore del principio contabile Ifrs9, che impone alle banche una valutazione più stringente sui crediti. Un argomento che, ad esempio, a Mauro Pastore, direttore di Bcc Roma (la più grande d’Italia per patrimonio, aderente a Iccrea), aveva fatto sollevare dubbi: «Mi chiedo se le Bcc che sceglieranno Trento hanno già fatto i conti con l’assorbimento di capitale che potrebbero richiedere le novità normative in arrivo». Perché per aderire a Ccb occorre partecipare all’aumento di capitale, mentre per Iccrea no (come ha ribadito il presidente Giulio Magagni). Comunque pare che il provvedimento sarà mitigato da una riforma proposta dalla Commissione europea, che prevede di spalmare su 5 anni le eventuali nuove perdite sui crediti.
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