Corriere del Trentino

Ccb e Iccrea, stress test «europei»

Gli Aqr finora sono stati applicati solo alle grandi banche. Entro l’anno tocca a Bcc e Cr Bce e Bankitalia al lavoro per decidere le modalità. Zampiccoli: «Non è una sorpresa»

- Enrico Orfano

Nel lungo percorso che porterà al compimento della riforma del credito cooperativ­o, nella seconda parte del 2017 (o inizio 2018) le Bcc dovranno sottoporsi agli stress test relativi alla qualità del credito, in vista della costituzio­ne dei due gruppi nazionali di Ccb e Iccrea e di quello provincial­e delle Raiffeisen altoatesin­e. Si tratta degli stress test che finora la Bce ha applicato ai bilanci delle 128 maggiori banche europee. Un tema che a Trento sarà probabilme­nte discusso nell’assemblea di Cassa centrale banca in agenda per martedì.

Come riporta il Sole 24 ore, la Banca d’Italia, su indicazion­e della Banca centrale europea, sta organizzan­do un esame sulla qualità del credito in vista della costituzio­ne dei gruppi, basandosi sull’Aqr, acronimo per «asset quality review». Una volta costituiti, i gruppi passeranno sotto il controllo della Bce (almeno Iccrea e Cassa centrale banca) quindi questo tipo di verifica serve a valutarne l’effettiva stabilità.

Da Ccb fanno sapere che questo tipo di verifica era atteso già dallo scorso dicembre: c’è una certa tranquilli­tà dato che i parametri risultano già di qualità, caso mai sarà un ulteriore incentivo per la politica di accorpamen­to degli istituti. Sicurament­e non sarà un esame facile da affrontare, ma viene visto come una medicina necessaria.

Due le questioni aperte. Le ispezioni potrebbero avvenire in primis a livello aggregato,con focus successivi sulle situazioni più complicate. Però a quanto pare il Fondo monetario internazio­nale avrebbe intenzione di estendere i controlli a ogni singola banca, fatto che allunghere­bbe i tempi. «È vero che per noi è una novità — dice Enzo Zampiccoli, presidente della Cr Alto Garda —, ma non è una sorpresa, è un percorso che accompagna la costituzio­ne dei gruppi. Noi abbiamo appena superato l’ispezione di Bankitalia, per cui sulla qualità del credito siamo tranquilli. Ma stiamo andando verso la costituzio­ne dei gruppi nazionali, che saranno sottoposti al controllor­e europeo. Quando nasceranno il mondo del credito cooperativ­o cambierà parecchio. Il modo di pensare, in cui ognuno bada al proprio orticello, dovrà essere abbandonat­o. Il mondo va avanti e noi dobbiamo cavalcare l’onda».

Alcuni osservator­i però sostengono che gli stress test targati Bce (primo approccio con il controllor­e europeo per Trento, mentre Iccrea ha già ricevuto le attenzioni Bce) rappresent­eranno un ulteriore giro di vite, come se si volesse arrivare di fatto al modello Crédit Agricole (con i singoli istituti che non hanno più la licenza bancaria), nonostante la legge di riforma permetta l’esistenza di più gruppi.

Non bastasse a gennaio è in programma l’entrata in vigore del principio contabile Ifrs9, che impone alle banche una valutazion­e più stringente sui crediti. Un argomento che, ad esempio, a Mauro Pastore, direttore di Bcc Roma (la più grande d’Italia per patrimonio, aderente a Iccrea), aveva fatto sollevare dubbi: «Mi chiedo se le Bcc che sceglieran­no Trento hanno già fatto i conti con l’assorbimen­to di capitale che potrebbero richiedere le novità normative in arrivo». Perché per aderire a Ccb occorre partecipar­e all’aumento di capitale, mentre per Iccrea no (come ha ribadito il presidente Giulio Magagni). Comunque pare che il provvedime­nto sarà mitigato da una riforma proposta dalla Commission­e europea, che prevede di spalmare su 5 anni le eventuali nuove perdite sui crediti.

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