Cultura, si tratta sullo stralcio dei musei Una mossa per evitare l’ostruzionismo
L’ipotesi discussa in maggioranza. Viola: «Una soluzione che avevo proposto in commissione»
TRENTO La riforma della cultura rischia di nascere monca. Per evitare il rischio ostruzionismo, già annunciato da buona parte dell’opposizione, la maggioranza starebbe infatti valutando la possibilità di stralciare la parte del disegno di legge relativo ai musei. L’articolo 15, dunque, potrebbe non essere nemmeno discusso in aula dopo il grande dibattito che aveva generato all’interno della quinta commissione, culminato con le dimissioni presentate dalla presidente Lucia Maestri, contraria all’emendamento che se approvato avrebbe affondato la costituzione del consiglio d’amministrazione unico per i musei provinciali. L’emendamento era stato infine ritirato, e stessa sorte era conseguentemente toccata alle dimissioni di Maestri, un passaggio che aveva ricompattato la maggioranza.
Proprio su tale punto, però, l’assessore provinciale Tiziano Mellarini aveva trovato l’intesa con il vicepresidente del Consiglio Walter Viola, che vedendo naufragare quell’accordo aveva annunciato linea dura da parte di Progetto Trentino quando il ddl si sarebbe presentato in aula.
La terza via, quella che consentirebbe di fare slalom tra nuovi contrasti con l’area democratica e l’ostruzionismo delle minoranze, sarebbe appunto lo stralcio della parte relativa ai musei. L’unica alternativa sarebbe quella di tenere duro sulla base dell’ultima decisione assunta in commissione, accettando il rischio di vedersi bloccare l’approvazione di un terzo ddl attraverso il muro di emendamenti.
«Lo stralcio è l’idea che avevo suggerito in commissione, ma che poi non è stata accolta» ricorda lo stesso Viola. Gianpiero Passamani, capogruppo dell’Upt, sostiene l’assessore Mellarini e la decisione di tenere duro sulla linea del cda unico: «Noi siamo ancora per la discussione anche della parte di ddl relativa ai musei».
Nel frattempo le altre minoranze attendono di sapere quale sarà la proposta finale. «Se dovessero decidere di stralciare una parte della riforma mi verrebbe da ridere» commenta il consigliere della Lega Nord Maurizio Fugatti, secondo il quale «si tratterebbe dell’ennesimo ripensamento». Per il capogruppo di Civica Trentina Rodolfo Borga l’importante è che «venga realizzato un polo etnografico imperniato sul museo degli usi e costumi di San Michele», ripresentando quindi il contenuto dell’articolo 17 che Mellarini ha soppresso con un emendamento. «La giunta potrebbe ritenere che per il superamento dei problemi è bene lasciare fuori una parte — conclude Borga — Basta che poi, in un modo o nell’altro, non passi con altri strumenti, ad esempio nella finanziaria o nell’assestamento di bilancio, precludendo così ogni possibilità di ragionamento».