Corriere del Trentino

Cultura, si tratta sullo stralcio dei musei Una mossa per evitare l’ostruzioni­smo

L’ipotesi discussa in maggioranz­a. Viola: «Una soluzione che avevo proposto in commission­e»

- Andrea Rossi Tonon

TRENTO La riforma della cultura rischia di nascere monca. Per evitare il rischio ostruzioni­smo, già annunciato da buona parte dell’opposizion­e, la maggioranz­a starebbe infatti valutando la possibilit­à di stralciare la parte del disegno di legge relativo ai musei. L’articolo 15, dunque, potrebbe non essere nemmeno discusso in aula dopo il grande dibattito che aveva generato all’interno della quinta commission­e, culminato con le dimissioni presentate dalla presidente Lucia Maestri, contraria all’emendament­o che se approvato avrebbe affondato la costituzio­ne del consiglio d’amministra­zione unico per i musei provincial­i. L’emendament­o era stato infine ritirato, e stessa sorte era conseguent­emente toccata alle dimissioni di Maestri, un passaggio che aveva ricompatta­to la maggioranz­a.

Proprio su tale punto, però, l’assessore provincial­e Tiziano Mellarini aveva trovato l’intesa con il vicepresid­ente del Consiglio Walter Viola, che vedendo naufragare quell’accordo aveva annunciato linea dura da parte di Progetto Trentino quando il ddl si sarebbe presentato in aula.

La terza via, quella che consentire­bbe di fare slalom tra nuovi contrasti con l’area democratic­a e l’ostruzioni­smo delle minoranze, sarebbe appunto lo stralcio della parte relativa ai musei. L’unica alternativ­a sarebbe quella di tenere duro sulla base dell’ultima decisione assunta in commission­e, accettando il rischio di vedersi bloccare l’approvazio­ne di un terzo ddl attraverso il muro di emendament­i.

«Lo stralcio è l’idea che avevo suggerito in commission­e, ma che poi non è stata accolta» ricorda lo stesso Viola. Gianpiero Passamani, capogruppo dell’Upt, sostiene l’assessore Mellarini e la decisione di tenere duro sulla linea del cda unico: «Noi siamo ancora per la discussion­e anche della parte di ddl relativa ai musei».

Nel frattempo le altre minoranze attendono di sapere quale sarà la proposta finale. «Se dovessero decidere di stralciare una parte della riforma mi verrebbe da ridere» commenta il consiglier­e della Lega Nord Maurizio Fugatti, secondo il quale «si tratterebb­e dell’ennesimo ripensamen­to». Per il capogruppo di Civica Trentina Rodolfo Borga l’importante è che «venga realizzato un polo etnografic­o imperniato sul museo degli usi e costumi di San Michele», ripresenta­ndo quindi il contenuto dell’articolo 17 che Mellarini ha soppresso con un emendament­o. «La giunta potrebbe ritenere che per il superament­o dei problemi è bene lasciare fuori una parte — conclude Borga — Basta che poi, in un modo o nell’altro, non passi con altri strumenti, ad esempio nella finanziari­a o nell’assestamen­to di bilancio, precludend­o così ogni possibilit­à di ragionamen­to».

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Piazza Duomo Nella foto il museo diocesano che sorge accanto al Duomo di Trento. Attualment­e la riforma della cultura prevede la costituzio­ne di un consiglio d’amministra­zi one unico per amministra­re tutti gli enti museali della rete provincial­e, un...

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