Alto Garda, Maino dà le dimissioni
Coop, assise infuocata. «Un passo indietro perché il riassetto prosegua»
TRENTO Grande tensione ieri sera nel corso dell’assemblea di Coop Alto Garda, la più grande del settore consumo del Trentino, in difficoltà soprattutto di governance, tanto che allo stato attuale è guidata di fatto dal consorzio Sait. La presidente Maino nei giorni scorsi aveva annunciato 15 esuberi, ieri sera ha detto che se la riorganizzazione sarà efficace potranno essere diminuiti, ma non esclusi. E alle 22 in punto la resa, alla fine della relazione: la presidente ha annunciato il suo passo indietro, per consentire che il piano industriale triennale venga portato a termine.
Ieri sera all’ordine del giorno c’era l’approvazione del bilancio, che chiude con 600.000 euro di perdita, la terza consecutiva (1,5 milioni in tre anni). Al momento di andare in stampa l’assemblea non era ancora terminata e il dibattito era molto acceso, con tanto di urla indirizzate alla presidente Chiara Maino. L’ambiente era molto caldo, fatto che costituiva la base di una possibile bocciatura dei conti.
Il pressing maggiore derivava da una fronda di opposizione, che in questi giorni ha collezionato un numero sempre maggiore di aderenti, gli stessi che hanno progressivamente tolto dai 3 ai 4 milioni di euro di prestito sociale alla coop, tanto da rendere indispensabile in intervento direttamente del Sait. La forza della fazione avversa si è avvertita chiaramente quando è stata proposta la cooptazione del consigliere Dorna al posto di Claudia Angelini, espulsa nelle scorse settimane. La cooptazione infatti è stata largamente bocciata. Nel corso della relazione della presidente Maino il clima si è rasserenato.