Corriere del Trentino

UNA SPALLATA ALLA BUROCRAZIA

- Di Roberto Bortolotti

Con la definitiva approvazio­ne del nuovo regolament­o urbanistic­oedilizio provincial­e, riparte una nuova sfida per rendere più snella e vicina ai cittadini una normativa complessa e ostica. Frutto dell’intenso lavoro del Tavolo dell’urbanistic­a — istituito dall’assessore Daldoss che ha riunito, assieme ai funzionari provincial­i, Ordini e categorie economiche — la «nuova carta» crea certamente molte aspettativ­e. Gli obiettivi sono: facilitare il recupero e la riqualific­azione del patrimonio edilizio esistente, dare sistematic­ità e comprensio­ne all’attuazione della legge urbanistic­a e soprattutt­o semplifica­re i complessi iter burocratic­i che, spesso inutilment­e, rendono un labirinto inestricab­ile l’approvazio­ne di qualsiasi iniziativa edilizia.

Quando si parla di semplifica­zione, spesso i tecnici vengono colpiti dal panico. Ogni volta che c’è stato un tentativo di rendere più agili le procedure, in realtà si sono messi in piedi meccanismi inutilment­e complessi. Oggi però la musica è diversa e il fatto che il regolament­o sia stato ampiamente discusso, modificato e approvato dal Tavolo tecnico è un segnale positivo. Dalle definizion­i degli elementi geometrici all’unico modo di calcolare le cubature per le varie fattispeci­e normative, al modo semplifica­to di calcolare le altezze a numero di piani fino alle prossime norme sulle distanze, siamo di fronte a una reale volontà di rendere semplice ciò che la stratifica­zione e la sovrapposi­zione normativa ha reso ingarbugli­ato. È vero, resta ancora del lavoro da fare — come una modulistic­a che dia certezza sulla documentaz­ione essenziale da presentare per le approvazio­ni, una normativa sulle distanze delle costruzion­i dai confini che sia compatibil­e con quella statale, l’informatiz­zazione dei procedimen­ti — ma pare che la rotta sia stata tracciata. Molto dipenderà però anche dai Comuni che si dovranno adeguare al regolament­o provincial­e e mettersi finalmente dalla parte del cittadino. Non ci saranno più scuse, perché la normativa unica sul territorio provincial­e toglierà alibi. È nello stesso interesse dei Comuni, poi, che vi sia un regolament­o certo, soggetto a un’unica interpreta­zione che tuteli sia il controllat­o sia il controllor­e. Ciò può avvenire se le norme sono semplici, facilmente comprensib­ili, difficilme­nte interpreta­bili. Se l’obiettivo è ridurre i costi economici e burocratic­i del processo edilizio nonché sfoltire l’iter per realizzare un edificio, mi pare che stavolta la strada imboccata sia quella giusta.

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