UNA SPALLATA ALLA BUROCRAZIA
Con la definitiva approvazione del nuovo regolamento urbanisticoedilizio provinciale, riparte una nuova sfida per rendere più snella e vicina ai cittadini una normativa complessa e ostica. Frutto dell’intenso lavoro del Tavolo dell’urbanistica — istituito dall’assessore Daldoss che ha riunito, assieme ai funzionari provinciali, Ordini e categorie economiche — la «nuova carta» crea certamente molte aspettative. Gli obiettivi sono: facilitare il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, dare sistematicità e comprensione all’attuazione della legge urbanistica e soprattutto semplificare i complessi iter burocratici che, spesso inutilmente, rendono un labirinto inestricabile l’approvazione di qualsiasi iniziativa edilizia.
Quando si parla di semplificazione, spesso i tecnici vengono colpiti dal panico. Ogni volta che c’è stato un tentativo di rendere più agili le procedure, in realtà si sono messi in piedi meccanismi inutilmente complessi. Oggi però la musica è diversa e il fatto che il regolamento sia stato ampiamente discusso, modificato e approvato dal Tavolo tecnico è un segnale positivo. Dalle definizioni degli elementi geometrici all’unico modo di calcolare le cubature per le varie fattispecie normative, al modo semplificato di calcolare le altezze a numero di piani fino alle prossime norme sulle distanze, siamo di fronte a una reale volontà di rendere semplice ciò che la stratificazione e la sovrapposizione normativa ha reso ingarbugliato. È vero, resta ancora del lavoro da fare — come una modulistica che dia certezza sulla documentazione essenziale da presentare per le approvazioni, una normativa sulle distanze delle costruzioni dai confini che sia compatibile con quella statale, l’informatizzazione dei procedimenti — ma pare che la rotta sia stata tracciata. Molto dipenderà però anche dai Comuni che si dovranno adeguare al regolamento provinciale e mettersi finalmente dalla parte del cittadino. Non ci saranno più scuse, perché la normativa unica sul territorio provinciale toglierà alibi. È nello stesso interesse dei Comuni, poi, che vi sia un regolamento certo, soggetto a un’unica interpretazione che tuteli sia il controllato sia il controllore. Ciò può avvenire se le norme sono semplici, facilmente comprensibili, difficilmente interpretabili. Se l’obiettivo è ridurre i costi economici e burocratici del processo edilizio nonché sfoltire l’iter per realizzare un edificio, mi pare che stavolta la strada imboccata sia quella giusta.