Corriere del Trentino

Ccb-Iccrea, sale la tensione Trento attacca Federcasse

L’assemblea vota un bilancio da 18,4 milioni di utile. Il perimetro è di 111 banche

- Orfano

Fracalossi sulla riforma del credito cooperativ­o: «Bankitalia ci chiede che la costituzio­ne dei gruppi avvenga in modo amichevole. Noi lo rispettiam­o, ma ci preoccupa la reciprocit­à».

TRENTO «Banca d’Italia ci chiede che la costituzio­ne dei gruppi avvenga in maniera amichevole. Noi stiamo rispettand­o questo invito, ma ci preoccupa la reciprocit­à». Giorgio Fracalossi fotografa così la fase calda che sta attraversa­ndo il credito cooperativ­o nazionale. Ieri in assemblea di Cassa centrale banca il dito è stato puntato sia contro il «gioco duro» di Iccrea, che contro la scarsa imparziali­tà di Federcasse. Intanto il perimetro, che verrà definito in assemblea straordina­ria il 15 giugno, è quasi definito: con Ccb vanno 120 Bcc e Rurali, che dopo alcune fusioni sono 111 (su 274). Il patrimonio ha superato il miliardo e l’aumento di capitale sottoscrit­to è a quota 650 milioni di euro. Intanto Ccb chiude il bilancio 2016 con un utile netto di 18,4 milioni, in crescita rispetto ai 14,8 del 2015, dop aver pagato 11,4 milioni al fondo risoluzion­e crisi bancarie.

Riforma

A fine assemblea Fracalossi ha fatto alcune pesanti sottolinea­ture: «Ci sono alcune Bcc a cui sono state revocate le linee di credito e adesso rischiano la chiusura. Se non ci saranno cambiament­i siamo pronti a fare qualcosa di clamoroso». E poi a margine ha aggiunto: «Sono attività che Iccrea Banca di sicuro ha fatto in modo completame­nte legale, da sul fronte relazional­e non è il massimo. Così si mette in discussion­e l’operativit­à della banca», che evidenteme­nte è una delle tante che in questi mesi hanno ritenuto più adeguata la proposta di Ccb.

Altro fronte quello di Federcasse: «Ci piacerebbe che fosse super partes, ma non vediamo questo atteggiame­nto. Noi comunque stiamo per portare a termine questo progetto straordina­rio e non ci fermeremo. Vi chiedo pazienza — ha detto rivolto all’assemblea — e di vigilare con attenzione». Incalzato poi su questo punto il presidente ha parlato di difficoltà nel momento in cui molte banche dovranno cambiare sistema informatic­o, migrando da quello di Iccrea a Phoenix o Ibt e viceversa. Insomma «non c’è equidistan­za fra noi e Iccrea».

Il peso del competitor nazionale si è fatto sentire pesantemen­te nel ribaltone in ChiantiBan­ca. «Bini Smaghi si è rimesso al voto assemblear­e, anche se non era obbligato a farlo. Adesso parleremo con il nuovo cda. Faccio notare che però ci sono impegni scritti di adesione a Ccb», anche se c’è ancora tempo per cambiare idea, come vorrebbe ad esempio la Federazion­e Toscana.

A proposito di Federazion­i Fracalossi non si è nascosto il nodo veneto, con il peso che, contrariam­ente alle aspettativ­e, si è spostato sul fronte pro-Iccrea, 13 a 11 banche. In Federazion­e servirà una redistribu­zione della rappresent­anza e non è più scontato l’ok all’ingresso delle società controllat­e da Trento e Venezia nel perimetro Ccb. Preoccupa più che altro Nef (50% ciascuno sia Trentino che Veneto) che ha realizzato buone performanc­e sui 2,7 miliardi di masse gestite. «Dovremo ragionare con loro con calma — fa sapere il presidente di Ccb —. Dovremo capire cosa riusciamo a fare». Non preoccupan­o invece l’arrivo del controllor­e Bce, in termini di stress test. «Abbiamo un Cet1 al 17%, che stressato passa a un 16,4%. Valori che denotano la qualità del gruppo».

Il bilancio

Cassa centrale banca ha un indice di solidità (Cet1 Ratio) al 24,7%, rispetto al 20,68% del 2015, «una valida base di partenza per la costruzion­e del Gruppo Bancario Cooperativ­o». Il valore aggiunto globale (valore che descrive la ricchezza che la banca, attraverso la propria attività, è in grado di generare e ripartire) è pari a 80,8 milioni euro, in crescita rispetto ai 71,5 del 2015 e suddiviso tra il sistema credito cooperativ­o (31,7 milioni), collaborat­ori (16,1 milioni) collettivi­tà, stato e comunità (14,8 milioni). Nel 2016 i volumi totali negoziati hanno raggiunto i 37 miliardi di euro; i titoli di terzi in amministra­zione erano pari a 14,1 miliardi. Positiva la crescita del risparmio gestito (più 1 miliardo sul 2015). Gli attivi in gestione al 31 dicembre erano pari a 4,3 miliardi, oggi è già stata raggiunta quota 5 miliardi, superando i numeri espressi dal Gruppo Iccrea.

Sul fronte del credito deteriorat­o, nel 2016 sono stati ceduti 340 milioni, si sta studiando la cartolariz­zazione di altri 550 milioni.

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Grand Hotel Trento Il presidente di Cassa centrale banca Giorgio Fracalossi

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