Allevatori, Fezzi mette il «tetto» ai mandati
Svolta rispetto alla leadership trentennale di Rauzi. Preoccupa la presenza dei lupi
TRENTO La Federazione allevatori non potrà più avere presidenze trentennali come in passato, sotto la guida dello storico leader Silvano Rauzi. Ieri in assemblea il presidente attuale, Mauro Fezzi, che è anche da ottobre il numero uno di Federcoop, ha fatto approvare (a maggioranza, 351 «sì» su 372 voti) il limite a tre mandati triennali.
Le modifiche dello statuto riguardano molti aspetti. In primis la definizione delle caratteristiche del socio che dovrebbe essere un allevatore professionale ed impegnarsi in maniera consistente nella fruizione dei servizi, sia tecnici che commerciali, forniti dalla cooperativa. Inoltre è stato ridefinito il ruolo e i compiti delle Unioni di Valle che dovrebbero rimanere organismi di rappresentanza degli allevatori di un determinato territorio, ma che dovrebbero costituirsi in associazioni no profit qualora intendano svolgere iniziative con risvolto economico. Nella riforma della governance anche la riduzione del numero degli amministratori (da 21 a 14) con introduzione del limite di tre mandati per la permanenza in carica. In merito alla presenza nel cda di un rappresentante dell’Associazione dei giovani allevatori, alla fine il posto è stato garantito, ma senza diritto di voto.
Il bilancio è stato tutto sommato positivo (12,5 milioni di ricavi in leggera, crescita, utile di quasi 80.000 euro). Il presidente Fezzi ha espresso soddisfazione pur in un contesto di criticità per il settore, «ma le condizioni non sono drammatiche come in passato». Dal punto di vista commerciale diminuisce il consumo di carni rosse, anche per le insistenti campagne mediatiche contro il consumo di carne. Fezzi ha espresso invece la preoccupazione della categoria per l’invasione in Trentino di animali aggressivi, non solo l’orso, verso cui si sono attuate misure di «convivenza», ma soprattutto i lupi, che dai Lessini si sono velocemente propagati anche ai territori vicini. «Questo mette in discussione l’equilibrio delle malghe, poiché è impensabile ricoverare gli animali durante la notte». A proposito di malghe, Fezzi ha anche segnalato l’incremento insostenibile degli affitti, che mettono in crisi gli allevatori.